Quarantena per chi arriva dalla Sardegna: l’ipotesi allo studio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-08-22

Il governatore della Sardegna Christian Solinas si è rifiutato di attivare il controllo dei tamponi all’imbarco per chi va via dall’isola. Ovvero perché se viene trovato un positivo prima della partenza dovrà farsene carico il sistema sanitario regionale. Eppure a quel punto sarà proprio il viaggio ad essere pericoloso

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I calcoli dicono che arriveranno almeno altri 500 positivi dalla Sardegna nei prossimi giorni. Soltanto ieri nel Lazio sono stati trovati 50 positivi al rientro e sono 134 in totale quelli contati in questi giorni. E siccome tra traghetti e aerei la settimana prossima faranno tappa nella regione altre 50mila persone di ritorno dall’isola e si trova in media un positivo su cento, ecco che i conti sono fatti.

Quarantena per chi arriva dalla Sardegna: l’ipotesi allo studio

Per questo, spiega oggi Il Messaggero, il governatore della Sardegna Christian Solinas si è rifiutato di attivare il controllo dei tamponi all’imbarco per chi va via dall’isola. Ovvero perché se viene trovato un positivo prima della partenza dovrà farsene carico il sistema sanitario regionale. Eppure sarà proprio il viaggio ad essere pericoloso a quel punto:

L’assessore alla Salute, Alessio D’Amato: «Noi ci stiamo organizzando e li faremo, ma non capite che il punto è un altro. I positivi viaggeranno sui traghetti insieme a chi ancora non è stato contagiato. Se facciamo i tamponi all’arrivo, molti infettati durante il viaggio non risulteranno già positivi e avranno la falsa sicurezza di non avere il coronavirus. Noi stiamo facendo il massimo, abbiamo 17 drive in che consentono a chi torna dalla Sardegna di effettuare il tampone, anzi invitiamo tutti a farlo. Ma al ministro Speranza l’ho ripetuto: bisogna fare i tamponi prima, in Sardegna, altrimenti quei viaggi si trasformano in un moltiplicatore del contagio e tra due settimane ce ne accorgeremo». C’è anche un’altra ipotesi, ma non semplice da applicare: quarantena per chi torna dalla Sardegna.

Ma come sta andando al Porto di Civitavecchia? Sbarchi selvaggi e assembramenti inevitabili a bordo. Il traffico turistico legato ai traghetti che arrivano dalla Sardegna sta fotografando da settimane una situazione di pericolo costante. L’ansia e la preoccupazione sono stati d’animo all’ordine del giorno da parte di chi lavora all’interno dello scalo marittimo e del sindaco Ernesto Tedesco che ieri ha inviato una missiva al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, al titolare del dicastero della Salute Roberto Speranza ma anche al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e a Protezione Civile e Autorità di Sistema Portuale. «Negli ultimi giorni si è verificato un aumento esponenziale dei casi positivi di importazione, in particolare proprio dalla Sardegna e per questo sono a chiedervi di predisporre tutte le opportune iniziative affinché sia garantita una corretta prevenzione».

In effetti, malgrado le accortezze delle compagnie marittime il caos regna sovrano. Solo nella giornata di ieri sono arrivate dalla Sardegna cinque navi (quattro da Olbia, una da Cagliari), tre della compagnia CIN, due della Grimaldi Lines. I passeggeri? In tutto ne sono sbarcati 6.059. In un solo giorno. Le principali criticità si manifestano nelle fasi di imbarco e sbarco, quando l’assembramento è quasi impossibile da evitare.

La Sardegna e i contagi dei turisti in tutta Italia

Ieri intanto si è verificata una nuova impennata dei contagi da Covid-19 in Sardegna. Nell’ultimo aggiornamento dell’Unità di crisi regionale si registrano 42 nuovi casi: 27 nel nord Sardegna, 13 nella Città Metropolitana di Cagliari e 2 nella provincia del Sud Sardegna. Numeri così alti non si registravano dalla scorsa primavera, in piena pandemia. Resta invariato il numero delle vittime, 134. Complessivamente salgono a 1.609 i casi di positività dall’inizio dell’emergenza. In totale nell’isola sono stati eseguiti 122.296 tamponi. I pazienti ricoverati in ospedale sono 13, nessuno in terapia intensiva, mentre 200 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende 1.258 pazienti guariti, più altri 4 guariti clinicamente. Sul territorio, dei 1.609 casi positivi complessivamente accertati, 303 (+13 rispetto al dato precedente) sono stati rilevati nella Città Metropolitana di Cagliari, 168 (+2) nel Sud Sardegna, 61 a Oristano, 100 a Nuoro, 977 (+27) a Sassari. Solinas però non vuole sentir parlare di lockdown: “La Sardegna, che è riuscita ad avere la circolazione minima in Italia e ancora oggi nonostante i casi di importazione continua a non essere tra le prime sette-otto regioni con Rt superiore a 1, sarebbe penalizzata con un attacco frontale al sistema produttivo e alla sua reputazione turistica. Non accetteremo in nessuna sede un’impostazione di questo tipo e adotteremo tutte le misure necessarie per tutelare il nome della Sardegna e i sacrifici fatti dai sardi”, ha assicurato. D’altro canto la curva dei contagi è inequivocabile: negli ultimi quattro giorni 12 positivi il 18 agosto, 37 il 19, 18 il 20, 42 ieri. Il totale è di 109 nuovi positivi, con una media di oltre 27 al giorno, per due terzi concentrati in Gallura, nelle località di villeggiatura. Il Corriere della Sera punta il dito sui focolai:

Si ritorna dunque in Costa Smeralda, al focolaio delle discoteche, alle tre ragazze provenienti da Ibiza e sbarcate a Olbia, e al gruppo di Roma, più di 60, che ha girovagato nei locali notturni di Porto Cervo e Porto Rotondo fra il 3 e il 12 agosto. Quando qualcuno è dovuto rientrare precipitosamente con i primi sintomi, ha avvertito gli amici in ritardo, solo quando ha avuto i risultati del tampone. A quel punto, il contagio in Sardegna, fra chi era rimasto in vacanza e chi si era trasferito in Lazio, Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia (continuando conigiri notturni per discoteche e feste), era partito. Ieri da Roma ulteriori conferme: poco meno della metà dei casi sono di «importazione» dalla Costa Smeralda.

Le autorità sanitarie laziali e il sindaco di Civitavecchia,  preoccupato per il porto, insistono nella richiesta di fare i  tamponi a chi parte dalla Sardegna, sottolineando: col controesodo di fine agosto centinaia di migliaia di persone ritorneranno nella Penisola, qualche decina di positivi in arrivo potrebbe far riesplodere l’epidemia.

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