Il condono edilizio del padre di Di Maio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-11-07

Nell’abitazione del ministro a Pomigliano 150 metri quadri di abusi sanati nel 2006 dal padre con 2 mila euro. La richiesta fatta all’epoca del condono di Craxi, lo stesso usato per le norme per Ischia

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È la pratica numero 1840 del protocollo 7850 del 30 aprile 1986, è intestata al signor Antonio Di Maio, oggi 68enne, già noto esponente del Msi a Pomigliano D’Arco e Repubblica ne parla oggi in un articolo a firma di Conchita Sannino. La legge era la numero 47 del 1985, ovvero – quanto è piccolo il mondo –  proprio il condono di Craxi che oggi viene richiamato nelle norme per Ischia volute dal M5S.

Il condono edilizio del padre di Di Maio

Per l’abuso edilizio di Di Maio nel 2006, ovvero la bellezza di vent’anni dopo, arriva la concessione e il conto da pagare: appena 2mila euro. Una somma irrisoria, per l’ampiezza di un appartamento ricavato ex novo.

Ecco cosa rileva l’architetto responsabile del Servizio comunale: Di Maio padre ottiene il condono per una serie di opere edilizie, fatte in anni diversi. Tecnicamente: “ampliamento di un fabbricato esistente al secondo e terzo piano”. Nello specifico, ad un piano, è lo stesso Di Maio senior, registrato come “tecnico rilevatore” a segnalare che la superficie fuorilegge “utile”, cioè abitabile, è di 74,76 (mq), più altri 3 metri come “non residente”; mentre, sull’altro piano, è di 61,57 più altri 12. Il totale fa 151 metri quadri, praticamente una nuova casa.

antonio di maio

L’istruttoria conclusiva risale al 17 giugno del 2006: ci sono da pagare due rate di 594 euro, più gli oneri di concessione per 410 euro, più una differenza perché si è distratto, ha misurato meno metri di quelli che risultano. Totale: 2mila euro. Di Maio senior versa, la palazzina ora è pulita. Di Maio jr è già impegnato in politica (all’epoca suo padre sogna di presentarlo a Gianfranco Fini) ed è ventenne quando la pratica di papà si chiude

Tanto per ricordarne una, anche nella storia di Quarto c’era un abuso: quella di Rosa Capuozzo, che scatenò poi tutto l’ambaradan che portò in seguito alla sua espulsione dal MoVImento 5 Stelle. Qualche tempo fa il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico pubblicò la sua dichiarazione dei redditi, allegando anche i dati di tutta la sua famiglia.

dichiarazione redditi luigi di maio

Il leader 5 Stelle ha un reddito di 98.471 euro; suo padre Antonio ha dichiarato 88 euro e possiede quote o frazioni di 4 fabbricati e 9 terreni; la madre Paolina insegnante di italiano e latino ha dichiarato 52.403 euro; la sorella Rosalba 11.530 euro e, infine, il fratello Giuseppe non ha dichiarato alcun reddito o proprietà. Come prevede il Dlgs 33/2013 all’articolo 14 i parenti entro il secondo grado di titolari di incarichi politici sono tenuti a presentare le dichiarazioni dei redditi e della situazione patrimoniale. Sta poi ai congiunti acconsentire alla pubblicazione dei dati.

Leggi sull’argomento: Le bufale dell’operazione verità del M5S sul condono per Ischia

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