Perché Di Maio ha pubblicato le dichiarazioni dei redditi della sua famiglia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-08-27

Inizia l’era della trasparenza: sul sito del governo cominciano a comparire le dichiarazioni patrimoniali e dei redditi dei ministri. Il leader del M5S mette anche quelle dei suoi famigliari e torna fuori la vecchia storia della sua partecipazione in Ardima Srl, l’azienda di famiglia. La scelta di pubblicare le informazioni relative ai parenti è facoltativa. Tant’è che i genitori e la sorella di Salvini hanno optato per la non pubblicazione

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Oggi sul sito del governo è iniziata la pubblicazione dei documenti relativi alle dichiarazioni dei redditi e alle dichiarazioni patrimoniali dei membri del governo Conte. Niente di nuovo, perché è sempre stato fatto. In ossequio al principio della trasparenza il vicepremier Luigi Di Maio oltre a pubblicare le proprie dichiarazioni ha allegato anche quelle dei suoi famigliari. Mamma Paolina, papà Antonio, la sorella Rosalba e il fratello Giuseppe.

Perché Di Maio ha pubblicato le dichiarazioni dei redditi dei suoi famigliari

Come prevede il Dlgs 33/2013 all’articolo 14 i parenti entro il secondo grado di titolari di incarichi politici sono tenuti a presentare le dichiarazioni dei redditi e della situazione patrimoniale. Sta poi ai congiunti acconsentire alla pubblicazione dei dati. Tant’è che ad esempio i parenti di Salvini hanno negato il consenso alla pubblicazione (il ministro dell’Interno ha pubblicato invece dichiarazioni dei redditi relative al periodo d’imposta 2016). Scopriamo così che il padre del Capo Politico del MoVimento 5 Stelle, pur essendo comproprietario di diversi fabbricati (quattro) e terreni (nove) dichiara un reddito pari a 88 euro. La madre Paolina insegnante di italiano e latino ha dichiarato 52.403 euro; la sorella Rosalba 11.530 euro e, infine, il fratello Giuseppe non ha dichiarato alcun reddito o proprietà. Il vicepremier, che ha dichiarato un reddito pari a 98.471 euro, in virtù della sua attività da parlamentare nella scorsa legislatura, dichiara inoltre di possedere il 50% delle quote della Ardima Srl.

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Proprietaria del restante 50% delle quote della Ardima è la sorella del ministro dello Sviluppo Economico Rosalba Di Maio. Il fratello Giuseppe risulta invece essere amministratore unico della Ardima, ma non dichiara alcun reddito per l’anno 2017.

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La Ardima Srl è una società con sede a Pomigliano D’Arco che si occupa di costruzione di edifici residenziali e non residenziali. Stranamente su qualche sito Internet figura che titolare della società è la signora Paolina Esposito, madre del leader pentastellato, ma probabilmente si tratta di informazioni non aggiornate.

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Fonte

Il fatto che Di Maio sia proprietario del 50% delle quote della società non è una novità visto che il dato era menzionato già dalla dichiarazione patrimoniale 2014 dell’allora vicepresidente della Camera. Di Maio però ha sempre precisato di non svolgere nessun ruolo di gestione. L’atto costitutivo della società edile è datato 30 marzo 2012.

Il “caso” dell’aumento di capitale dell’Ardima Srl

Nel febbraio del 2015 la Ardima divenne un “caso” dopo la pubblicazione di un articolo del Giornale nel quale si leggeva che «nel 2013 il fatturato non ha raggiunto i 20mila euro, eppure si permette il lusso di avere tre dipendenti e un capitale sociale di 100mila euro». All’atto della fondazione – scriveva Stefano Filippi – «i due fratelli avevano deliberato e sottoscritto un capitale di 20mila euro, ma ne avevano versati appena 5mila».

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Dopo gli articoli del Giornale e di Libero sui sospetti sugli affari del vicepresidente della Camera Di Maio pubblicò un lungo post su Facebook  nel quale spiegava che il “misterioso” aumento di capitale social individuato dal quotidiano diretto da Sallusti era «frutto del conferimento (chiamiamola pure banalmente “fusione aziendale”) della vecchia società di famiglia – abbiamo una tradizione trentennale – nell’Ardima Srl, costituita da me e mia sorella nel 2012, quando neanche immaginavo che mi sarei candidato alla Camera dei Deputati». Secondo Di Maio l’aumento del capitale sociale è dovuto non tanto ad un versamento monetario quanto al valore riconosciuto (fatturato e macchinari) della vecchia azienda confluita in Ardima Srl.

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