Attualità
I tre focolai di Coronavirus a Padova
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-07-18
C’è l’uomo che lavora nel bar del Maap che è risultato positivo ma ci sono anche altre due situazioni a rischio: all’interno del Municipio di Ponte San Nicolò e alla casa di cura “Bonora” di Camposampiero
Ci sono tre focolai di Coronavirus SARS-COV-2 a Padova in siti ad alta frequentazione che fanno pensare a una possibilità di contagio molto alta. C’è l’uomo che lavora nel bar del Maap che è risultato positivo ma ci sono anche altre due situazioni a rischio: all’interno del Municipio di Ponte San Nicolò e alla casa di cura “Bonora” di Camposampiero.
I tre focolai di Padova
I tre focolai di Padova ci dicono che la situazione più a rischio è quella della casa di cura. Spiega oggi il Gazzettino che la vicenda parte dalla veglia funebre organizzata dalla comunità camerunense che nei giorni scorsi aveva fatto trovare otto positivi: di quelli, tre hanno poi continuato a lavorare nella struttura per anziani dell’Alta, senza sapere di essere positivi a Covid-19.
Il risultato è che hanno infettato un’infermiera e un’anziana ospite. Immediatamente sono scattate le contromisure, con il personale e gli ospiti sottoposti a tampone,mentre la casa di riposo è stata nuovamente “blindata”. Tra l’altro una delle dipendenti africane coinvolte al “Bonora” è la stessa che lunedì era stata visitata dal medico di baseMaurizio Griggio, inducendolo poi a chiudere l’ambulatorio e a mettersi in isolamento.
Ma lo strascico inquietante lasciato dalla cerimonia avvenuta il 4 luglio potrebbe non fermarsi qui, in quanto l’Ulss ha effettuato finora 130 tamponi: 16 sono le persone positive, ora tutte in isolamento domiciliare, mentre stamane altre 50, tra partecipanti e soggetti venuti a contatto con loro, saranno sottoposte al test. Ulss, Comune e Fondazione “Fenice”, con la regia della Prefettura, stanno cercando di rintracciare tutti i membri della comunità camerunense che hanno presenziato al rito, coinvolgendo nella ricerca i sindaci. «Dopo 4 mesi di lavoro disumano, dove ci siamo spesi al massimo per contenere il virus non meritavamo questa situazione», ha detto sconsolato Stefano Gallo, segretario del Centro Servizi di Camposampiero.
Per quanto riguarda il bar di Padova, è il titolare, un cinquantenne già in cura per una malattia importante, ha accusato un rialzo febbrile ed è risultato positivo al tampone: è ricoverato in ospedale, mentre altri 5-6 familiari, che gestiscono assieme ai lui i locali, sono in isolamento in casa. Subito è scattato l’allarme nella struttura logistica della zona industriale, frequentata quotidianamente da migliaia di persone. Stamane 200 facchini saranno sottoposti al tampone e lunedì toccherà a 400 dipendenti, mentre stamattina è fissata una riunione operativa con i vertici dell’Ulss e del Maap.