Opinioni
Tutti i dubbi sulla fuga impossibile dell’orso M49
Mario Neri 17/07/2019
L’orso M49 è ancora in fuga dopo l’incredibile evasione dalla recinzione da 7000 volt del Centro Casteller nella zona della Val Rendena dove era stato rinchiuso dopo essere stato catturato. Ma in molti, tra animalisti e non, puntano il dito sulla ricostruzione della fuga fornita dal presidente della Provincia di Trento Massimo Fugatti perché poco credibile. Racconta […]
L’orso M49 è ancora in fuga dopo l’incredibile evasione dalla recinzione da 7000 volt del Centro Casteller nella zona della Val Rendena dove era stato rinchiuso dopo essere stato catturato. Ma in molti, tra animalisti e non, puntano il dito sulla ricostruzione della fuga fornita dal presidente della Provincia di Trento Massimo Fugatti perché poco credibile. Racconta oggi Giampaolo Visetti su Repubblica:
La Provincia ha pubblicato ieri due fotografie diverse di un orso in un luogo non riconoscibile. Per Fugatti si tratta di M49, sorpreso da una foto-trappola nei boschi della Marzola, montagna vicina al recinto da cui l’animale è fuggito lunedì. Sono le prime immagini attribuite al plantigrado catturato domenica notte in Val Rendena, la prova che è ancora vivo. Sui social sono però migliaia le persone che temono una verità diversa.
L’orso sarebbe stato ucciso nei giorni scorsi, o non sarebbe mai stato preso: la messinscena servirebbe alla Provincia per non assumersi la responsabilità dell’incidente, o per non ammettere un fallimento. Dietrologie non sorrette da prove, ma i primi a parlare di «mistero senza spiegazioni» sono proprio gli esperti. «La ricostruzione della fuga di M49 — dice Marco Apollonio, docente di zoologia a Sassari, tra i massimi studiosi di grandi carnivori — è assurda. Non è credibile che personale forestale preparato non proceda alla sedazione di un orso catturato da trasportare, che gli tolga subito il radiocollare che lo rende identificabile e che non lo sorvegli a vista nelle prime ore di cattività per non esporlo a pericoli. Capita di fare sciocchezze: ma una simile concatenazione di azioni elementari sbagliate lascia più che perplessi».
Ad appesantire i sospetti di opacità, la mancanza di foto e video su cattura e fuga oltre i limiti del praticabile. Quando in Trentino erano stati abbattuti Daniza e KJ2, le immagini avevano invaso i media. Questa volta, niente. Una sola fotografia ritrae una jeep all’ingresso del recinto beffato. Anche il soggetto ripreso ieri può essere uno qualsiasi dei 60 plantigradi presenti in Trentino, trasportato in una zona non frequentata da decenni.
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