Coronavirus: come cambiano gli orari dei supermercati a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-17

Sindacati, Regione e associazioni di categoria hanno firmato un’intesa che prevede negozi  aperti dalle 8,30 fino alle 19 durante la settimana e chiusi dopo le 15 la domenica

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Gli orari dei supermercati a Roma cambiano a causa dell’emergenza Coronavirus. Dopo la minaccia di serrata e alcuni scioperi spontanei con l’ipotesi di chiudere alle 18 sul tavolo, sindacati, Regione e associazioni di categoria hanno firmato un’intesa che prevede negozi  aperti dalle 8,30 fino alle 19 durante la settimana e chiusi dopo le 15 la domenica, giorno in cui, quindi, sarà possibile fare la spesa solo nella prima parte della giornata. La quadra sui nuovi orari del settore della distribuzione alimentare nel Lazio vale anche per i supermercati finora aperti 24 ore su 24, che dunque non faranno più servizio notturno. Sarà incentivata la spesa a domicilio, con priorità per gli anziani.

Il tutto mentre il sistema aveva già cominciato a riorganizzarsi in autonomia anche in assenza di regole ricalibrate sull’emergenza: già da sabato qualche Conad-Auchan aveva anticipato la chiusura, alcuni Todis avevano segnalato la mezza giornata di domenica, i Carrefour, a loro volta, avevano disposto e informato la clientela dell’annullamento del servizio notturno. In molte Coop serrande abbassate alle 18, con l’azienda che aveva annunciato la chiusura totale dei supermercati per due domeniche.

Adesso la nuova disciplina c’è – vale per il Lazio salvo nuove indicazioni a livello nazionale: si pensa alle 13 per la chiusura domenicale – e sarà codificata oggi in un’ordinanza regionale che fa scomparire il rischio della serrata che avrebbe comportato una piccola rivoluzione domestica per le famiglie.

supermercati chiusi ore 18 1

Lo sciopero era stato proclamato sabato pomeriggio, quando Filcams-Cgil, Fiasacat-Cisl e Uil-Tucsi avevano minacciato di fermare i 200 mila operatori del comparto per segnalare a imprese e istituzioni due elementi: i rischi per i dipendenti (120mila nella vendita al dettaglio, quasi 80 mila nell’ingrosso) collegati al contagio da coronavirus sul posto di lavoro; e le restrizioni degli orari del trasporto pubblico, con l’ultima metro alle 21 come stabilito da ordinanza regionale, che rendono impossibile conciliare orari degli esercizi con il rientro a casa dopo il turno. Il rischio aveva attirato l’attenzione del Garante degli scioperi, pronto a intervenire nel caso in cui lo sciopero fosse stato confermato per un servizio considerato “fondamentale nell’attuale situazione di emergenza”.

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