Obsolescenza programmata, la multa dell’Antitrust ad Apple e Samsung

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-24

L’Autorità garante della concorrenza ha deciso di multare Apple e Samsung a causa di pratiche commerciali scorrette nel rilascio degli aggiornamenti rispettivamente per i modelli di iPhone6 e il Note 4. I firmware avrebbero rallentato e limitato la durata degli smartphone. Le due società dovranno pagare una multa da 10 milioni (Apple) e da 5 milioni di euro (Samsung)

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L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha comminato una multa da 10 milioni di euro ad Apple e da 5 milioni di euro a Samsung per aver messo in atto «pratiche commerciali scorrette in violazione degli artt. 20, 21, 22 e 24 del Codice del Consumo in relazione al rilascio di alcuni aggiornamenti del firmware dei cellulari che hanno provocato gravi disfunzioni e ridotto in modo significativo le prestazioni, in tal modo accelerando il processo di sostituzione degli stessi».

Le violazioni di Apple e Samsung

Secondo l’Antitrust le due società hanno indotto i consumatori  «mediante l’insistente richiesta di effettuare il download e anche in ragione dell’asimmetria informativa esistente rispetto ai produttori» ad installare aggiornamenti su dispositivi non in grado di supportarli adeguatamente. Né Apple né Samsung avrebbero poi fornito agli utenti «adeguate informazioni» o un mezzo di ripristino delle «originarie funzionalità dei prodotto».

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Per quanto riguarda Apple il provvedimento dell’Antitrust riguarda un aggiornamento rilasciato per il modello iPhone6 (6/6Plus e 6s/6sPlus). Nel comunicato dell’Autorità garante si legge che dal settembre 2016 la società di Cupertino «ha insistentemente proposto» ai possessori di quel modello di smartphone «di installare il nuovo sistema operativo iOS 10 sviluppato per il nuovo iPhone7, senza informare delle maggiori richieste di energia del nuovo sistema operativo e dei possibili inconvenienti – quali spegnimenti improvvisi – che tale installazione avrebbe potuto comportare». Ai consumatori Apple non lascia la possibilità di effettuare il cosiddetto downgrade alla versione precedente.

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Per ovviare all’inconveniente Apple ha successivamente rilasciato (a febbraio 2017) un nuovo aggiornamento (iOS 10.2.1) «senza tuttavia avvertire che la sua installazione avrebbe potuto ridurre la velocità di risposta e la funzionalità dei dispositivi». Inoltre Apple non avrebbe predisposto alcun tipo di assistenza per gli iPhone che avevano sperimentato problemi di funzionamento non coperti da garanzia legale.

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L’Antitrust contro l’obsolescenza programmata

Analoghe sono le contestazioni nei confronti di Samsung. Ad essere oggetto di contestazione è in questo caso la proposta insistente (a partire da maggio 2016) consumatori che avevano acquistato un Note 4 (immesso sul mercato nel settembre 2014) di «procedere ad installare il nuovo firmware di Android denominato Marshmallow predisposto per il nuovo modello di telefono Note 7, senza informare dei gravi malfunzionamenti dovuti alle maggiori sollecitazioni dell’hardware e richiedendo, per le riparazioni fuori garanzia connesse a tali malfunzionamenti, un elevato costo di riparazione».

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Nel corso dell’attività ispettiva, i funzionari dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si sono avvalsi dell’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

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Il provvedimento dell’Antitrust che ha deciso di applicare alle due società sanzioni «pari al massimo edittale, tenuto conto della gravità delle condotte e della dimensione dei professionisti» e saranno obbligate è il primo nel suo genere. Mai fino ad ora un’autorità di controllo aveva deciso di sanzionare la pratica nota come “obsolescenza programmata” (anche se analoghe istanze sono state aperte nel 2017 negli USA e in Francia) ovvero quella pratica commerciale ritenuta scorretta che punta a limitare il ciclo vitale di un prodotto in modo da spingere il consumatore ad acquistare il modello successivo.

Foto copertina via Flickr.com

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