Il governo, Don Corleone e le brutte notizie (su pensioni e reddito di cittadinanza)

di Elio Truzzolillo

Pubblicato il 2018-10-30

“Il signor Corleone le brutte notizie preferisce saperle subito”. La frase è pronunciata dall’avvocato Tom Hagen (Robert Duvall) al produttore cinematografico Jack Woltze (John Marley), dopo che quest’ultimo ha rifiutato un favore personale a Don Vito Corleone. Il film, come molti ricorderanno, è “Il Padrino” e la vicenda culminerà con la celebre scena della testa …

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“Il signor Corleone le brutte notizie preferisce saperle subito”. La frase è pronunciata dall’avvocato Tom Hagen (Robert Duvall) al produttore cinematografico Jack Woltze (John Marley), dopo che quest’ultimo ha rifiutato un favore personale a Don Vito Corleone. Il film, come molti ricorderanno, è “Il Padrino” e la vicenda culminerà con la celebre scena della testa di cavallo nel letto del riottoso produttore. Se Don Corleone le brutte notizie preferiva saperle subito, il governo le brutte notizie agli elettori preferisce invece darle il più tardi possibile. La notizia è che i due provvedimenti simboli di questa manovra, reddito di cittadinanza e pensione a quota 100, non faranno parte della Legge di Bilancio. Il governo ha deciso di rimandarne la disciplina a provvedimenti legislativi ad hoc, limitandosi a stanziare due fondi da 9 e 6,7 miliardi (al lordo di ciò che deciderà il parlamento). È abbastanza strano che i nostri eroi non siano ancora riusciti a trovare un accordo sulle due misure più pubblicizzate, annunciate e, quindi, programmate da più tempo. A pensar male viene il sospetto che gli elettori potrebbero accorgersi della distanza tra le promesse e la realtà. Per il reddito di cittadinanza, per esempio, potrebbero accorgersi che i famosi 780 euro saranno appannaggio di pochi privilegiati. D’altronde fare con 9 miliardi una cosa il cui costo era stato preventivato in 15-20 miliardi, implica necessariamente qualche paletto. Tra questi paletti già s’intravvedono la proprietà di immobili, i criteri ISEE mai specificati, il nodo delle offerte di lavoro (su base geografica? Modulate sulle competenze professionali?) e tanti altri che potrebbero saltare fuori in seguito.

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Lo stesso discorso vale per le pensioni, ulteriori paletti al principio generale (62 anni e 38 di contributi) potrebbero essere contenuti nella disciplina specifica e non si tratterà di sorprese gradite per gli elettori, a cominciare dall’ammontare degli assegni. Dalla legge potrebbe persino saltar fuori che si tratta di una misura una tantum per il 2019, mentre per gli anni a seguire le condizioni potrebbero cambiare. Il dubbio deriva, tra le altre cose, da un’osservazione dell’attento Gianluca Codagnone, managing director di Fidentiis, che ha notato che l’agenzia di rating Moody’s ha dato questa interpretazione: “The early retirement option is ostensibly intended to be a one-off measure” (la possibilità di pensionamento anticipato pare essere intesa come una misura una tantum). Moody’s ha goduto di indiscrezioni governative?

 

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Il dubbio deriva inoltre dal fatto che per il 2020 le risorse stanziate siano praticamente le stesse, quindi, o i pensionati con quota 100 del 2019 verranno abbattuti a fucilate o quelli del 2020 riceveranno solo un biglietto d’auguri. D’altronde tutti gli addetti ai lavori sanno che, data la struttura demografica italiana, quota 100 rappresenta un costo semplicemente non sostenibile per il nostro sistema pensionistico nel medio-lungo periodo. Inoltre gli stanziamenti rappresentano una spesa massima, nulla vieta che se la situazione dovesse precipitare le discipline dei provvedimenti potrebbero non attingere completamente ai fondi stanziati. Per farla breve, finché non conosceremo i provvedimenti ad hoc, molte cose possono accadere, persino che questi provvedimenti siano oggetto di trattative con la Commissione Europea. Insomma, se Don Corleone le brutte notizie le voleva sapere subito, agli elettori è meglio darle il più tardi possibile, magari anticipate da una serie di indiscrezioni utili a testare le loro reazioni. Ah! A proposito di distanza tra le promesse e la realtà, nessuno crede che ci sia una sola possibilità che la flat tax sarà realizzata in questa legislatura cosi come prevista nel contratto di governo vero? Ma non vorrei anticiparvi altre brutte notizie…

 

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