Le multe e le sanzioni per chi non rispetta il DPCM sul Coronavirus

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-03-11

Quali spostamenti si possono effettuare in base al nuovo DPCM che ha istituito la “zona arancione” in tutta Italia e cosa si rischia se si presenta un’autocertificazione falsa. Infine: ma è vero che fanno le multe per il Coronavirus?

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Il DPCM del 9 marzo 2020 ha stabilito che tutta l’Italia è una “zona arancione” a causa dell’epidemia di Coronavirus SARS-COV-2. Di conseguenza i cittadini che non presentano sintomi, non hanno la febbre e non sono positivi a COVID-19 (per loro è fatto divieto di uscire di casa) sono invitati ad evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori da province e comuni e a limitare tutti gli spostamenti all’interno del proprio comune di residenza ad eccezione per quelli «motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute» per i quali sarà necessario esibire un’autocertificazione qualora si venisse fermati per un controllo dalle forze dell’ordine.

Per quali ragioni è consentito spostarsi e uscire dalla propria abitazione

Per chi non rispetta le regole e ai controlli dovesse esse trovato privo di una giustificazione valida per non rispettare la quarantena c’è la possibilità di una sanzione – in base all’art. 650 del codice penale – da 206 euro (la sanzione prevede anche l’arresto fino a tre mesi). Tra i motivi che consentono di uscire dalla propria abitazione (se si è sani) ci sono come detto la necessità di andare al lavoro, di spostarsi  per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l’acquisto di beni essenziali. È quindi consentito uscire di casa per andare a fare la spesa e per chi lavora in un comune diverso da quello di residenza fare “avanti e indietro” dal posto di lavoro alla propria abitazione è considerato uno spostamento giustificato per esigenze lavorative.

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Il Governo ha precisato infatti che «“Comprovate” significa che si deve essere in grado di dimostrare che si sta andando (o tornando) al lavoro, anche tramite l’autodichiarazione vincolante»  la cui non veridicità costituisce reato. Allo stesso modo si potrà sempre uscire per acquistare generi alimentari ma anche altri beni di prima necessità (ad esempio le lampadine). Tra le situazioni di necessità per cuoi è consentito muoversi rientrano anche gli spostamenti per l‘assistenza a parenti non autosufficienti (prestando le dovute attenzioni per salvaguardane la salute) così come quelli per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario.

Ma le multe le fanno davvero?

È consentito anche fare attività motoria all’aperto purché non in gruppo. I parchi pubblici – salvo ordinanze comunali specifiche – rimarranno aperti ma gli utenti dovranno avere l’accortezza di evitare gli assembramenti (che sono vietati dal DPCM) e rispettare l’obbligo di mantenere la distanza personale di sicurezza di almeno un metro. Ma le multe, si chiedono in molti, le fanno davvero oppure non ci sono controlli e tutto procede all’italiana?

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I controlli ci sono. Inizialmente si sono concentrati più nelle stazioni ferroviarie ma in questi primi giorni di applicazione del decreto diversi controlli sono stati fatti soprattutto per verificare che bar e locali pubblici rispettassero i limiti orari di chiusura (alle 18:00).

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I controlli delle autocertificazione ai gate delle stazioni ferroviarie [Fonte: Polizia di Stato via Facebook.com]
A Mantova il titolare di un bar è stato denunciato per aver violato il DCPM che vieta l’assembramento degli avventori. A Catania i Carabinieri hanno denunciato la titolare di una scuola di danza che non aveva rispettato l’obbligo di interrompere le lezioni. Gestori e iscritti delle palestre che non hanno rispettato il divieto di chiusura sono stati denunciati a Cattolica, a San Giovanni in Marignano e a Besana Brianza. In Sicilia cinque sale scommesse sono state sanzionate a Palermo perché avevano aperto nonostante il divieto mentre 48 persone sono state denunciate a Porto Empedocle perché stavano partecipando ad un corteo funebre a piedi (le funzioni civili sono sospese dal DPCM).

Ci sono poi i cittadini multati perché al controllo delle Forze dell’Ordine non sono riusciti a produrre una giustificazione valida. È il caso del residente di Gorizia fermato a Sacile (Pordenone) che ha dichiarato che si stava recando a comprare la Playstation per i figli costretti in casa. Anche nella bergamasca sono state denunciate cinque persone che si stavano spostando senza un giustificato motivo: c’è chi stava andando a trovare un conoscente, chi si voleva semplicemente fare un giro e chi ha dichiarato che si stava recando a lavoro anche se in realtà era il suo giorno di riposo. A Busto Arsizio, una prostituta e un suo cliente sono stati denunciati dopo essere stati fermati fuori dai rispettivi comuni di residenza senza le necessari giustificazioni.

Cosa rischia chi viola il “divieto assoluto” di spostamento

Sanzioni molto più pesanti sono invece previste per coloro cui è fatto espressamente divieto di uscire di casa. Il DPCM prevede il “divieto assoluto” di uscire da casa per chi è sottoposto a quarantena o risulti positivo al virus. In questo caso chi ha sintomi ed esce di casa rischia addirittura la denuncia per omicidio doloso.

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Come spiega Vitalba Azzolini su Phastidio il DPCM stabilisce che “salvo che il fatto costituisca più grave reato”, il mancato rispetto delle norme di contenimento del coronavirus “è punito ai sensi dell’articolo 650 del codice penale” (come detto poco sopra). Quindi, scrive Azzolini, «è punito “chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene”». Ma qual è il “più grave reato” citato nel DPCM? Azzolini ipotizza che possano essere «quello previsto dall’art. 438 (Epidemia) o dall’art. 452 (Delitti colposi contro la salute pubblica) del codice penale».

EDIT ORE 12,20: I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno ulteriormente rinforzato la presenza di militari sul territorio per far fronte alle esigenze imposte dalla situazione di emergenza epidemiologica da COVID-19. In questo contesto, le pattuglie di Carabinieri stanno dedicando parte della normale attività di controllo del territorio alla verifica delle misure urgenti decise dal Governo in tema di gestione e contenimento del virus, a partire dalla motivata circolazione di persone e veicoli in strada.

All’interno del GRA, nella sola giornata di ieri, sono state denunciate a piede libero dai Carabinieri 6 persone, tutte per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità. Quattro persone – un romano, due originari della provincia di Oristano, ma residenti a Roma e un cittadino tunisino, di età compresa tra i 53 e i 59 anni – sorpresi dai Carabinieri della Stazione Roma Bravetta seduti ai tavoli esterni di un bar, regolarmente chiuso, mentre bevevano e mangiavano senza rispettare le prescrizioni imposte dal Decreto. Un giovane 23enne, nato a Parigi, ma residente a Roma, è stato fermato dai Carabinieri della Stazione Roma Macao mentre era a bordo di uno scooter. Alla richiesta dei militari di esibire l’autocertificazione prevista per giustificare il suo spostamento, il giovane attestava di essere in circolazione per raggiungere l’abitazione di alcuni amici per una cena.

Anche per lui è scattata la denuncia a piede libero ai sensi dell’art. 650 del Codice Penale. A largo di Vigna Stelluti, infine, i Carabinieri della Stazione Roma Ponte Milvio hanno denunciato a piede libero un cittadino peruviano di 51 anni, il quale, trovato a circolare a bordo di uno scooter, non ha saputo fornire una legittima giustificazione circa il motivo del suo spostamento, in violazione del DPCM dell’8 marzo scorso.

Foto copertina via Facebook.com

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