Quello che i 5 Stelle non dicono sull'uscita dall'euro

La settimana scorsa Wolfgang Münchau sul Financial Times uno studio di Mediobanca. Per i 5 Stelle la finanza è cattiva ma le sue previsioni – quando fanno comodo ça va sans dire – diventa buona, incredibile non è vero? Il problema delle previsioni di Mediobanca – che sostiene che qualche anno fa l’uscita dall’euro sarebbe stata “conveniente” ma che ora non lo è più – è che come faceva notare
L’Italia e il Target2
sia uno dei sei paesi maggiormente esposti dal punto di vista debitorio su Target 2 è un dato che dovrebbe destare qualche preoccupazione. La Banca d’Italia spiega che anche se il surplus delle partite correnti rimane elevato la posizione debitoria del nostro Paese è aumentata di 100 miliardi di euro ad ottobre (a novembre è salita a 358,612 miliardi):
l fatto che l’ItaliaIl surplus delle partite correnti rimane elevato, a 42 miliardi nei dodici mesi terminanti ad agosto 2016 (2,5 per cento del PIL). Dall’inizio dell’anno tuttavia la posizione debitoria della Banca d’Italia su TARGET2 è aumentata di circa 100 miliardi, raggiungendo alla fine di ottobre 355 miliardi.
Per i 5 Stelle la questione non si pone (ed infatti non viene nemmeno nominata) perché l’importante è che l’Italia – tramite la Banca d’Italia – torni a controllare il proprio debito pubblico. Peccato però che – come già hanno fatto notare le agenzie di rating (e non solo Münchau) – in caso di uscita dall’euro la possibilità di un default è assai concreta e quel punto la bella notizia di poter “controllare il proprio debito pubblico” da soli potrebbe trasformarsi in un vero incubo. A scanso di equivoci a pagare saranno i cittadini italiani e non “la casta”. Ciliegina sulla torta è il paragone con il terrorismo sulla Brexit, quasi a dire: vedete in Regno Unito tutto va benissimo. Il problema è che il paragone non regge, in primo luogo perché come tutti sanno il Regno Unito non è mai stato dentro il sistema della moneta unica quindi non sta uscendo dall’euro ma dall’Unione Europea (per l’Italia nell’ipotesi del M5S non è chiaro se rimarremmo all’interno della UE pur fuori dall’euro). In secondo luogo perché la Brexit non è ancora avvenuta ma avverrà al più tardi a marzo 2019: per il momento i britannici hanno solo dato formalmente avvio ai negoziati che però devono ancora iniziare. La democrazia viene prima dei mercati è un bello slogan, che però fa credere ai cittadini italiani che i mercati si adegueranno ai risultati del voto, o che non terranno conto delle intenzioni del governo a 5 Stelle prima che si voti sulla permanenza nell’euro: non è così e il MoVimento su questo punto dovrebbe smetterla di prendere in giro i suoi elettori e i cittadini italiani.