Cosa succederà ora che il Movimento 5 Stelle non ha votato la fiducia al governo sul dl Aiuti?

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-07-11

I deputati del Movimento 5 Stelle sono usciti dall’Aula della Camera durante il voto di fiducia al governo sul dl Aiuti, aprendo una crisi politica nella maggioranza

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Con 266 sì e 47 no la Camera ha approvato il decreto legge Aiuti, che ora passa all’esame del Senato. Presenti in Aula 313 deputati, non hanno partecipato al voto gli esponenti del Movimento 5 stelle, come anticipato dal capogruppo Davide Crippa nella dichiarazione delle intenzioni dei vari gruppi: “Sul superbonus ci aspettavamo di più, occorre intervenire immediatamente, senza se e senza ma, ma c’è stata mancata discussione. Avendo espresso il nostro sostegno al governo, esplicitato nel voto di fiducia di giovedì scorso, annuncio che il M5S non parteciperà alla votazione finale sul provvedimento”. Soltanto un deputato, Francesco Berti, ha disatteso le indicazioni. Altri 85 hanno rispettato gli ordini di scuderia, mentre in 18 risultano in missione.

Il Movimento 5 Stelle non vota la fiducia al governo sul dl Aiuti

Decisivo anche l’inserimento nella misura della norma per la costruzione di un termovalorizzatore a Roma: “Abbiamo provato in Cdm prima e in Parlamento poi – ha affermato Crippa – ma la narrazione su Roma è cambiata. Ricordiamo al sindaco Gualtieri che i rifiuti vanno raccolti e che i cinghiali non sono animali di compagnia”. Della norma contestata “avremmo voluto discuterne in Commissione e poi in Aula, ma in Commissione tutto si è risolto in tre ore: c’è qualcosa che non funziona, siamo di fronte a un testo blindato che lo sarà anche in Senato, ma il Parlamento su questo testo non ha toccato palla”. La decisione dirompente dei parlamentari grillini apre ora una partita tutta politica: il Movimento ha lentamente iniziato a discostarsi dalla linea del governo già a partire dalle grane sulla vendita di armi all’Ucraina, di pari passo con il progressivo calo di consensi che ha portato il partito al flop totale delle ultime Amministrative.

Insieme per il Futuro: “C’è chi pensa solo ai sondaggi”

Di mezzo, una scissione voluta dall’ex capo politico Luigi Di Maio, che oggi con il suo nuovo gruppo parlamentare “Insieme per il Futuro” attacca: “Assurdo voltare le spalle agli italiani, non votando un provvedimento importante come il dl Aiuti che stanzia decine di miliardi contro il caro bollette e il caro energia. Davanti a provvedimenti che contrastano un’emergenza nazionale servirebbe compattezza da parte di tutte le forze politiche, ma c’è chi ancora una volta pensa solo ai sondaggi e si nasconde dietro a egoismi di partito. Così si porta il Paese a sbattere”. Da Forza Italia arriva la richiesta di una verifica della maggioranza “al fine di comprendere quali forze politiche intendano sostenere il governo, non a fasi alterne e per tornaconti elettorali, ma per fare le riforme e tutelare gli interessi degli italiani”. Il Partito democratico, principale alleato dei grillini in questa legislatura, ha già avvertito che un’eventuale uscita dalla maggioranza comprometterebbe il sodalizio che oggi appare scontato in vista delle prossime politiche.

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