Fatti
Le condizioni di Salvini per un governo con il M5S
Alessandro D'Amato 14/03/2018
Parlando alla Stampa Estera come Di Maio ieri, il leader della Lega vuole un governo di centrodestra ma non chiude al M5S. Ed è disposto anche a mettere in ballo la sua leadership. Cosa vuol dire tutto ciò e perché una trattativa è possibile
«Fatto escluso il PD, tutto è possibile. Escludo che ci sia il PD, di tutto il resto parleremo prossime settimane»: Matteo Salvini per la prima volta non chiude pubblicamente a un accordo con il MoVimento 5 Stelle per il governo anche se non si sbottona più di tanto sulle possibili formule di questo accordo.
Matteo Salvini non esclude un governo con il M5S
Parlando alla sede della Stampa Estera come aveva fatto ieri Luigi Di Maio, Salvini ha anche messo sul piatto la sua leadership: « Stiamo lavorando a un programma da offrire al Parlamento e a tutti gli altri. Non ho la smania di fare il presidente del Consiglio a tutti i costi: farò tutto quello che è umanamente e democraticamente possibile per rispettare il mandato degli elettori». E precisa: «Stiamo lavorando a un governo di centrodestra, non è possibile un governo della Lega con un solo altro partito». Cosa vuol dire? Vuol dire che l’alleanza con i grillini si può fare, a patto che a farla non sia solo la Lega (che da sola si brucerebbe) ma anche Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Quindi il Capitano ha intenzione di varare un governo di centrodestra, magari senza la sua leadership, allargato al M5S ma soltanto se anche gli altri alleati ci stanno: ovvero senza che nessuno alla sua destra abbia la possibilità di lucrare sull’opposizione al suo governo. D’altro canto che i programmi della Lega e del MoVimento 5 Stelle siano più compatibili rispetto a quelli con altri è un fatto. Quindi la compatibilità rispetto alle unioni innaturali con il Partito Democratico e altri si trova già nella natura delle cose. Per quanto riguarda gli elettori, quelli del M5S hanno espresso una leggera maggiore simpatia per la Lega rispetto al Partito Democratico, così come i leghisti preferiscono i grillini al PD. Il problema è però un altro e il suo nome è Luigi Di Maio.
Il lodo Di Maio
Il capo politico del MoVimento 5 Stelle ieri ha detto che sulla sua leadership e sulla sua squadra non ha intenzione di trattare. Quindi le formule di partenza sembrano piuttosto lontane visto che nemmeno Salvini vuole trattare sul governo “di centrodestra”. E messa così è difficile che si trovi un punto d’incontro. Ma ancora più difficile è che il M5S “sudista” accetti di andare al governo con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Per questo l’apertura di oggi di Matteo Salvini può, invece, riaprire i margini di una trattativa per il Partito Democratico, che adesso è l’unica sponda disponibile per l’eventualità teorica di vedere Di Maio a Palazzo Chigi.
D’altro canto lo stesso Salvini ha spiegato che con Di Maio non c’è nessun dualismo: “Noi abbiamo un programma e chiunque venga al governo con noi deve impegnarsi a cancellare la legge Fornero, a ridurre le tasse, a rendere l’Italia più federale e meno burocratica. Su nomi e ruoli non ci sono pregiudizi, mi interessa il progetto: se c’è condivisione di progetto ragioniamo”. E mentre la Lega da sola sarebbe l’azionista di minoranza di un governo a trazione parlamentare del M5S, l’intero centrodestra avrebbe rapporti paritari con i grillini. Ma se, come appare probabile, anche ulteriori tentativi in tal senso dovessero andare a vuoto il M5S potrebbe mettersi intorno a un tavolo per ragionare su un governo con Salvini e il centrodestra. Se non altro perché è l’unico sbocco possibile. A parte le elezioni.