Politica
Il garbo con cui Mattarella nel discorso di fine anno annichilisce gli antivaccinisti | VIDEO
neXtQuotidiano 01/01/2022
Nell’ultimo discorso di fine anno da Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella elogia l’unità nazionale, tira un bilancio del suo settennato, difende i vaccini e lancia un messaggio al suo successore al Quirinale
L’ultimo discorso di Sergio Mattarella da Presidente della Repubblica è più breve di quelli ai quali ci ha abituati, ma non per questo meno efficace, garbato, giusto. Lo ha pronunciato in piedi, diversamente dal solito, per dare maggiore forza e peso alle parole. Anche se alcuni passaggi non ne avevano bisogno, per quanto semplici ma allo stesso tempo potenti. Come quello sui vaccini, che sono una “opportunità” e “sprecarla è anche un’offesa a chi non l’ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla”. Uno schiaffo a chi inquina il dibattito, a chi impedisce al Paese di ripartire con le sue teorie antiscientifiche, a chi sceglie di seguire mentori sbagliati. Poi ricorda le tante vittime del Covid, “ogni lutto lo è per tutta l’Italia”, evitabile con l’immunizzazione, “strumento prezioso” che ha salvato “tante migliaia di vite”. Certo, “non garantiscano l’invulnerabilità ma rappresentano la difesa che consente di ridurre in misura decisiva danni e rischi, per sé e per gli altri”. E allora davanti al salire dei contagi e alle varianti, che frustrano, “non dobbiamo scoraggiarci”.
#Mattarella: I vaccini sono stati e sono uno strumento prezioso, non perché garantiscano l’invulnerabilità ma perché rappresentano la difesa che consente di ridurre in misura decisiva danni e rischi, per sé e per gli altri pic.twitter.com/jG8qljJUj0
— Quirinale (@Quirinale) December 31, 2021
L’ultimo discorso di fine anno di Sergio Mattarella
Dal mese prossimo diventerà senatore a vita, al fianco di Giorgio Napolitano. “Tra pochi giorni, come dispone la Costituzione, si concluderà il mio ruolo di Presidente”, se ci fosse ancora chi sperava in un bis. Ha rivolto “con un po’ di emozione” un “grazie” agli italiani ma anche alle istituzioni che hanno evitato “un salto nel buio”, mostrando tutti insieme in questi anni difficili che l’unità e la solidarietà sono il vero patriottismo su cui si fonda la Repubblica. Nel ricordare il settennato concluso e nel lasciare a chi verrà dopo di lui i giudizi sul suo operato, Mattarella manda un messaggio al suo successore facendo notare i due principali doveri cui si è attenuto: “spogliarsi di ogni precedente appartenenza” per non guardare ad altro che al bene comune e “salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore e che – esercitandoli pienamente fino all’ultimo giorno del suo mandato – deve trasmettere integri al suo successore”. Mattarella ha infine citato “la commovente lettera” del professor Pietro Carmina, vittima del crollo di Ravanusa: “Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare”.