Massimo Garavaglia, prima l’italiano!

di dipocheparole

Pubblicato il 2019-09-23

L’ex viceministro dell’Economia del governo Conte Massimo Garavaglia decide oggi di fornire un po’ d’acqua per il mulino di Matteo Salvini pubblicando questo post in cui sostiene che la volontà di fare un governo tra Zingaretti e Di Maio (cosa che è successo qualche tempo fa ormai) è dimostrata dal fatto che DOPO il Partito …

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L’ex viceministro dell’Economia del governo Conte Massimo Garavaglia decide oggi di fornire un po’ d’acqua per il mulino di Matteo Salvini pubblicando questo post in cui sostiene che la volontà di fare un governo tra Zingaretti e Di Maio (cosa che è successo qualche tempo fa ormai) è dimostrata dal fatto che DOPO il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle hanno fatto un accordo per un unico candidato in Umbria. L’affermazione fa a pugni con la logica – e questa non è una novità in generale per i fautori della Cospirazione Ursula – ma a spiccare nel post è anche la non eccezionale dimestichezza con l’uso del verbo avere e della preposizione semplice. Prima gli italiani, ok, ma prima l’italiano.

massimo garavaglia

Inutile dire che qualche commentatore se ne è accorto subito:

massimo garavaglia 1

Riguardo invece il presunto complottone che Salvini avrebbe scoperto tra un mojito e l’altro al Papeete ma del quale ha parlato soltanto dopo la caduta – da lui provocata – del governo Conte, è invece molto interessante cosa ha detto qualche giorno fa l’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria parlando proprio di Garavaglia. Tria ha spiegato che l’ipotesi di una riforma fiscale in deficit senza coperture non c’è mai stata. Sono solo dichiarazioni a fini politici”. Ma, ha aggiunto, “io nella mia bozza di manovra, concordata con i viceministri Garavaglia e Castelli, avevo scritto ben altro”. E ha spiegato: “c’era scritto che avremmo scongiurato la clausola di salvaguardia sull’aumento dell’Iva (23 miliardi), in parte (8 miliardi) con entrate fiscali aggiuntive e risparmi di spesa su Quota 100 e Reddito di cittadinanza, e per il resto con un taglio delle spese tendenziali, uno sfoltimento delle agevolazioni fiscali e misure anti-evasione. La mia idea era quella di rimodulare l’Iva, aumentando alcune aliquote agevolate, senza creare danni ai consumi: si sarebbero potuti liberare altri 8 miliardi per abbassare l’Irpef. Poi se la vogliamo chiamare Flat tax o taglio del cuneo fiscale, non vedo una grande differenza”. Ora, siccome Salvini sostiene, insieme a cento altre cose, che il governo non volesse fare la manovra come diceva lui, perché Garavaglia ha invece concordato con la manovra preparata da Tria? Ah, saperlo.

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