Politica
Marine Le Pen spiega che non vuole più uscire dall’euro
neXtQuotidiano 18/01/2019
«Ora possiamo cambiare l’Europa dall’interno, uscire e adottare una nuova moneta non sono più le priorità»
Lei la svolta l’ha fatta prima di Salvini. E gli antieuro nostrani predissero un futuro grigio per Marine Le Pen che non vedeva più l’uscita dall’euro tra le sue priorità sostenendo che lei sarebbe stata rovinata da quella scelta politica che qualche mese dopo anche il leader della Lega ha fatto. E oggi la leader del Rassemblement National (che non è più un Front) spiega al Corriere le ragioni di questa scelta:
Alla prova dei fatti, l’interesse nazionale di un Paese sembra non poter coincidere con quello di un altro, difficile arrivare ad accordi concreti dove ci guadagnano tutti, «win-win», come direbbe Donald Trump. Ma questa è una questione successiva, da affrontare magari una volta raggiunta quell’Europa «dei popoli» dove «ogni Stato recupera sovranità e controllo del territorio». Intanto, sul modo per arrivare a quell’obiettivo, l’intesa con Salvini è totale.
A cominciare dalla questione dell’euro e della permanenza nell’Unione europea. Leader di lotta e(nelle sue speranze) di governo, Marine Le Pen dice che «siamo un partito pragmatico, non ideologico. Eravamo per l’uscita dall’euro e dall’Unione europea quando l’unica alternativa era tra la totale sottomissione a Bruxelles e l’abbandono della Ue».
La minaccia di un ritorno al franco, pur con molte ambiguità, alle presidenziali del 2017 è costata a Marine Le Pen i voti di molti francesi spaventati da una mossa che sembrava pericolosa. E adesso? «Oggi le condizioni politiche sono totalmente cambiate. Le nostre idee avanzano ovunque in Europa, e in Italia sono al governo». E come ci ha rinunciato Salvini, che partecipò al congresso FN di Lione 2011 esibendo sul palco la maglietta «no euro», pure Marine Le Pen accantona il sogno di uscire dalla moneta unica e dall’Unione.
«Ora possiamo cambiare l’Europa dall’interno, uscire e adottare una nuova moneta non sono più le priorità. I trattati sono interpretabili a piacere, basti guardare cosa ha fatto la Bce con il quantitative easing. Quando il presidente della Commissione non sarà più Juncker ma una personalità espressione delle idee mie e di Salvini, la vita dei cittadini migliorerà».