Manuel Bortuzzo: la pista della fidanzata e la pistola trovata ad Acilia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-06

I sicari a bordo dello scooter abitano in zona ad Acilia. Le telecamere hanno inquadrato chi ha sparato: elementi contigui al mondo criminale che ruota attorno agli affari dei Casalesi

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Manuel Bortuzzo, il 19enne promessa del nuoto ferito da un proiettile nella notte tra sabato e domenica all’Axa, quartiere residenziale tra Roma e Ostia, non camminerà più. Il midollo di Manuel, lesionato dalla pallottola, non risponde alla decompressione «nonostante questa sia stata eseguita con i mezzi più avanzati, il midollo non conduce», dice il San Camillo, tanto che il bollettino medico parla di «lesione completa». Ora il protocollo prevede di ridurre gradualmente la sedazione per risvegliare il ragazzo e di trasferirlo poi in un centro di riabilitazione che gli possa «consentire di riprendere una vita anche in presenza di una lesione midollare».

 

Manuel Bortuzzo, la pistola dell’agguato trovata ad Acilia

C’è però una novità significativa nell’indagine: la pistola che ha colpito Manuel Bortuzzo è stata ritrovata in un prato di Acilia, borgata limitrofa al quartiere residenziale. La pistola è stata rinvenuta e sequestrata dagli agenti della Squadra Mobile ieri pomeriggio e ora è nei laboratori della Scientifica in attesa di essere analizzata. Come il proiettile estratto dalla colonna vertebrale dell’atleta diciannovenne, originario di Treviso. A scrivere del ritrovamento è il Messaggero, che racconta anche che gli inquirenti hanno anche acquisito le immagini delle telecamere di via Maccari ad Acilia: inquadrerebbero i sicari negli attimi dopo l’agguato, mentre rientrano al Villaggio.

Si tratterebbe di elementi contigui al mondo criminale che ruota attorno agli affari dei Casalesi che in questa borgata hanno messo le mani su slot–machine e usura. Un vecchio “vizio” di questa parte della città, il prestare soldi “a strozzo”, che ha visto crescere all’ombra della Banda della Magliana, boss di spessore vicini alla Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo e cravattari di rango.

L’inchiesta dei poliziotti è coordinata dall’aggiunto Nunzia D’Elia e dal pm Elena Neri, che hanno sentito diverse persone, tra cui i gestori dell’«O’ Colonnell Irish», il pub di piazza Eschilo dove è andato in scena il tentato omicidio. E cominciano a esserci dubbi anche sullo scambio di persona, visto che l’obiettivo dei due forse era proprio la fidanzata di Manuel Bortuzzo.

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Manuel Bortuzzo, l’obiettivo era la fidanzata?

La Stampa scrive infatti in un articolo a firma di Edoardo Izzo che oltre alla criminalità comune, infatti, in questo luogo alla periferia di Roma spadroneggia anche il clan dei Guarnera, storici alleati degli Iovine, una delle fazioni camorristiche dei Casalesi.

Ma alla prima ipotesi che vede Manuel vittima di uno scambio di persona, nelle ultime ore se ne è aggiunta un’altra, quella della vendetta per questioni di gelosia. «Chi ha sparato lo ha fatto da 20 metri, e una delle tre pallottole ha sfiorato anche la ragazza che è salva per miracolo», ha spiegato una fonte di polizia. Per questo al centro degli ultimi accertamenti ci sono le relazioni sentimentali della giovane, in particolare quella precedente all’incontro con Manuel. L’ex fidanzato, anche lui nuotatore, ha però un alibi di ferro: nel giorno della sparatoria si trovava a Napoli.

Repubblica Roma aggiunge che l’arma utilizzata nell’agguato di piazza Eschilo potrebbe essere la stessa impugnata in una serie di rapine avvenute in zona.

E ci sarebbe più di un nome in cima alla lista dei sospettati. Alcuni collegati all’ex banda della Magliana. O meglio: gregari e nomi eccellenti della criminalità romana arrestati e in carcere che hanno lasciato ai figli il “controllo” del territorio. Ci sarebbe infatti più di una banda di nuove leve a contendersi lo spazio tra rapine, droga e slot.

Lo stesso Emidio Salomone, uno degli ultimi boss della banda fu freddato nel 2009 davanti alla sala giochi di via Cesare Maccari. Di quel delitto due anni dopo fu accusato Massimo Longo, un pluripregiudicato. Le indagini accertarono che dietro l’esecuzione di Salomone c’era il controllo dello spaccio di eroina ad Acilia dove entrambi vivevano.

In ultimo, la telecamera che era stata installata dal Comune per garantire maggiore sicurezza era spenta.

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