Spieghiamo al M5S perché l’aumento del rendimento dei Btp non è una buona notizia per l’economia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-08-31

La maggioranza di governo festeggia la vendita dei titoli di Stato e si inventa la storiella che si tratta di un ottimo segnale per l’economia italiana perché gli investitori si fidano del Paese e gli italiani che comprano Btp ora diventeranno più ricchi. Ma c’è qualcosa che non hanno capito

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Sale lo spread ma per il MoVimento 5 Stelle c’è da festeggiare. Ieri sul Blog delle Stelle il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Stefano Buffagni ci raccontava degli «ottimi segnali per l’economia italiana» rappresentati dal fatto che «l’asta per i BTP a 5 e 10 anni ha fatto sold out, con una domanda superiore all’offerta». Ed è vero: per quanto riguarda i Btp sono stati piazzati 3,75 miliardi di titoli a fronte di una richiesta di quasi 8. Il rapporto di copertura è stato di 2,12 volte. Uno dei più alti da diversi anni a questa parte. Ma è davvero un buon segno per l’economia italiana come sostiene il M5S?

Le strane teorie del M5S sul rapporto tra spread e Btp

Il problema è che forse che cosa significhi davvero avere il rendimento dei Btp al 3,25% i 5 Stelle non lo hanno capito. Peggio sarebbe se lo avessero capito e stessero raccontando una bugia ai cittadini e agli elettori. Ieri la deputata pentastellata Azzurra Cancelleri (sorella di Giancarlo Cancelleri, già candidato alla presidenza di Regione Sicilia) ha pubblicato e poi rapidamente cancellato un post nel quale spiegava a “lor signori” dell’informazione tradizionale come funziona lo spread. Selo spread dovesse alzarsi notevolemente, sostiene la deputata che è anche  laureanda in economia e finanza all’Università di Palermo, a beneficiarne sarebbero innanzitutto i risparmiatori italiani che vedrebbero aumentare la redditività del loro investimento.

azzurra cancelleri m5s asta btp 3% - 1

 

I Titoli di Stato sono lo strumento con cui una nazione rifinanzia la spesa pubblica, ovvero chiede in prestito denaro per pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e altre cosucce che consentono al Paese di andare avanti. Più lo spread (il differenziale tra Btp e Bund) è alto più dal punto di vista dell’investitore è conveniente acquistare i titoli perché il rendimento è maggiore. Ad esempio la Germania si rifinanzia a tassi negativi dello 0,27 per cento. Questo significa che lo stato tedesco non deve cioè pagare interessi ma incassa commissioni dal mercato. Anche il Portogallo rifinanzia il suo debito a cinque anni pagando appena lo 0,71 per cento. La situazione italiana è differente. Ad esempio ad aprile i Bot a 6 mesi sono stati collocati a tassi negativi (-0,42%) 86 punti base in meno della vendita di ieri con un rendimento attestato allo 0,438%, lo stesso dei Bonos spagnoli a 5 anni. Mentre in tutto il resto d’Europa rifinanziare il debito a breve termine non comporta oneri in Italia da maggio è diventato costoso farlo.

Perché non c’è affatto da esultare se i tassi dei Btp salgono

Il problema è che quando i rendimenti sono alti significa che lo Stato dovrà pagare di più di interessi a coloro che gli hanno prestato i soldi. Detta facile: costerà di più pagare perché coloro (investitori italiani e stranieri, banche etc) che hanno comprato i Btp chiederanno più soldi per compensare il maggior rischio d’investimento. Quando lo spread poi salirà ancora è probabile che nessuno sia disposto a comprare i Btp perché il rischio è troppo elevato. Indovinate chi pagherà i maggiori interessi? Esatto, proprio i cittadini italiani con le loro tasse.azzurra cancelleri spread m5s asta btp 3% - 2

Tornando al discorso fatto da Buffagni l’asta dei titoli di Stato è andata bene non perché l’economia italiana è in salute e i mercati “si fidano” di noi. Ma proprio per il motivo opposto. Il governo è stato infatti costretto ad adeguare (ovvero, aumentare) i tassi d’interesse per rendere più conveniente l’acquisto dei titoli sul mercato. In caso contrario gli investitori non avrebbero comprato e l’Italia non avrebbe trovato quei sei miliardi di euro necessari a rifinanziare il debito pubblico. Come mostra la tabella dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani l’aumento dello spread, contrariamente a quanto sostiene la Cancelleri, non comporta maggiore ricchezza per gli italiani ma una maggiore spesa da parte dello Stato per gli interessi. Maggiore spesa che comporta un aumento del deficit e che deve essere compensata o con l’aumento delle tasse o con l’emissione di altri titoli di Stato.

claudio borghi spread bpt bot rendimento - 2

Certo, un investitore italiano potrebbe anche trarne guadagno, ma alla fine della fiera finirebbe per pagare di più perché quello che gli entra da una parte (con i rendimenti) gli uscirebbe dall’altra (con l’aumento del debito pubblico). L’aumento del deficit non è – come tutti sanno – un aspetto di cui vantarsi o gioire perché diventa sempre più difficile rimborsarlo e quindi sarà necessario finanziarlo concedendo tassi d’interesse sempre più alti che però faranno diminuire la fiducia degli investitori. Per la Cancelleri però questo non è un problema perché secondo la teoria economica del M5S saranno gli italiani stessi a farsi carico del problema, nell’illusione di diventare tutti ricchi, come trent’anni fa quando il rendimento era al 10% e l’inflazione al 15%.

Claudio Borghi torna ad innamorarsi dei titoli di Stato in Euro!

Insomma va tutto male? Non proprio, perché è senz’altro da segnalare l’inversione di rotta del deputato leghista Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio della Camera. Ieri Borghi ha spiegato che un titolo di stato dovrebbe essere un investimento a RISCHIO ZERO e non un’investimento speculativo. Poi ha annunciato che con questo rendimento sta valutando di tornare ad acquistare titoli di Stato.

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Borghi aveva invitato tutti coloro che si lamentano che degli interessi troppo alti di comprare, così lo Stato (cioè i cittadini, mica un’entità astratta) questi “interessoni” li avrebbe pagati a loro.

claudio borghi spread bpt bot rendimento - 3Perché è una buona notizia? Perché a gennaio di quest’anno Borghi, che notoriamente è un euroscettico, faceva sapere di aver investito la maggior parte del suo capitale su titoli giapponesi. Ora grazie ai rendimenti vantaggiosi anche un sovranista giapponese come Borghi può tornare ad investire in titoli di Stato in euro). Non è un segnale bellissimo per l’economia italiana?

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