Fact checking
Perché tutti i partiti ora parlano di invasione e migranti?
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2017-06-28
Da Porto Empedocle a Roma, dal M5S al Partito Democratico nessuno ormai vuole più i migranti. Ma dalla Sicilia alla Capitale passando per Rignano sull’Arno i politici hanno il dovere di trovare una soluzione dignitosa per chi sbarca in Italia e non possono permettersi di dare voce a posizioni xenofobe e alimentare la paura dell’invasione
«Non si tratta di essere razzisti, non lo siamo, ma non si può penalizzare un intero territorio e fare affari sulle spalle dei cittadini empedoclini. Vogliono distruggere un paese». Così parò Ida Carmina sindaca di Porto Empedocle per il MoVimento 5 Stelle. L’amministrazione comunale infatti ha deciso di opporsi all’apertura di un centro di accoglienza per migranti in paese. Il Comune di Porto Empedocle infatti, come tutti i comuni italiani, è tenuto a rispettare la quota di migranti da accogliere.
A Porto Empedocle il M5S non è razzista ma…
Ma la sindaca, facendosi portavoce delle istanze della sua comunità, non ci sta. La questione era esplosa già a maggio quando i commercianti della zona dove avrebbe dovuto essere aperto il centro avevano scritto al sindaco al prefetto, al presidente della Regione, al presidente del Consiglio ed al ministro degli Interni per lamentarsi dell’arrivo dei migranti. All’epoca i commercianti erano insorti spiegando che un comune in dissesto come Porto Empedocle non poteva certo farsi carico dei migranti. Tutto questo anche se a pagare per l’accoglienza non è il Comune ma lo Stato tramite fondi assegnati dalla UE. Il Comune quindi non avrebbe costi, eppure secondo i commercianti il Comune “non può farcela”.
Ma l’invasione di migranti continua a preoccupare i cittadini empedoclini e la sindaca. Si tratta di ben 60 minori non accompagnati la cui presenza – secondo la sindaca – non è gradita per ragioni che vanno “dalla vocazione turistica del paese al dissesto economico del Comune, senza tralasciare il pericolo di tensioni sociali”. All’AdnKronos la sindaca ha spiegato che se i migranti dovessero arrivare a Porto Empedocle la sensazione che ne avrebbero i cittadini sarebbe quella di uno Stato che “aiuta i migranti e non loro, con tutti i rischi di tensioni sociali che ne possono derivare”. Ma la verità è che il dissesto è stato dichiarato dalla sindaca (eletta nel 2016) a causa dei debiti contratti dalle precedenti amministrazioni, ovvero dagli stessi empedoclini. Cosa c’entrano i migranti? Cosa c’entra lo Stato?
Secondo la sindaca “vogliono distruggere il paese” e il fatto che il centro debba sorgere in una struttura che si trova alle spalle di una scuola media e di una delle vie centrali del paese rappresenta un problema. I minori migranti potrebbero addirittura “costituire delle bande giovanili” e “gireranno senza far nulla”. C’è da dire che però i minori non resterebbero a lungo in paese visto che la permanenza massima nel centro è di 60 giorni. La Carmina inoltre si è scagliata contro il titolare della cooperativa che gestisce l’accoglienza denunciando il come il sistema generi business e non di solidarietà.
La campagna elettorale sulla pelle dei migranti
Quello che succede a Porto Empedocle senza dubbio riflette quello che è successo e sta succedendo in altre zone d’Italia. Nessuno è razzista ma “c’è il business”, “sono troppi”, “prima gli italiani” sono tutte giustificazioni già sentite. Certo, a Porto Empedocle fanno più male perché si parla di bambini e ragazzi, tra l’altro sbarcato in Italia senza genitori (vuoi perché sono partiti da soli, vuoi perché li hanno persi durante la traversata). Dello stesso avviso sono in molti nel partito della sindaca Carmina. Ad esempio il consigliere comunale di Roma Andrea Coia che ha chiesto lo stop “al flusso indiscriminato di migranti” e su Facebook ha scritto che Roma “non è più mangiatoia di interessi poco leciti”.
Ed è dalla Capitale che parte il fuoco di fila contro il cosiddetto business dell’accoglienza. Sono impegnati a twittare anche il capogruppo M5S Paolo Ferrara che ha lanciato l’hashtag #PDRiempieRomadiMigranti
Lo seguono a ruota altri consiglieri capitolini come Daniele Diaco e Angelo Sturni
Ed è chiaro che il problema non sono i migranti e nemmeno il business. Anche perché tempo fa la sindaca Raggi e l’assessora al sociale Baldassarre avevano promesso di risolvere il problema della carenza di strutture (aggravata dagli sgomberi del Baobab Experience) e che una soluzione “era allo studio” dell’amministrazione a 5 Stelle. Era novembre dell’anno scorso, poi c’è stata la recente svolta sull’accoglienza zero e nel frattempo a causa dell’inerzia dell’amministrazione si è andata a creare la situazione attuale. Chi volesse sapere come vivono i migranti a Roma può leggere il bel reportage di Claudia Torrisi per Vice Italia. L’ultimo sgombero di un presidio di accoglienza del Baobab risale al 19 giugno.
E il Partito Democratico che fa?
Vista l’offensiva anti-migranti del 5 Stelle, iniziata con gli attacchi pretestuosi di Di Maio alle ONG, verrebbe spontaneo cercare una alternativa e una soluzione a sinistra, magari nel PD. Ma le cose non vanno meglio. Matteo Renzi parlando all’Ispi a Milano ha detto che di fronte ai nuovi sbarchi di migranti “i numeri non sono sostenibili”.
Renzi ha detto poi che “è un dovere prendere atto che l’opinione pubblica è esasperata” invitando la sinistra a prendere atto che “la parola identità è bella e positiva e non è il contrario della parola integrazione”. Al di là dei distinguo fatti da Renzi che parla della bellezza della società multietnica e dell’incontro tra culture è evidente che Renzi sul tema dell’immigrazione sta posizionando il partito sulla stessa lunghezza d’onda di Lega e M5S. Con la differenza che il suo partito è al governo e che quindi se c’è qualcuno che può rendere “più sostenibili” (e sarebbe bello sapere come) i numeri è proprio il segretario del PD.
Foto copertina via Facebook.com credits Baobab Experience