Così il M5S stava per cacciare ieri il ministro dell’Economia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-26

Pronto un post per sfiduciare il ministro dell’Economia dopo le parole sulla TAV. Poi l’allarme rientra, ma…

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Il MoVimento 5 Stelle ha preparato un post per sfiduciare ufficialmente il ministro dell’Economia Giovanni Tria dopo le sue dichiarazioni sulla TAV. Poi, a quanto pare, Di Maio ci ha ripensato in extremis. Lo racconta oggi Tommaso Ciriaco su Repubblica:

Il tracollo dei cinquestelle in Sardegna destabilizza il governo. E trascina nella mischia il ministro dell’Economia Giovanni Tria. In tv, il responsabile del Tesoro colpisce duramente la linea grillina sulla Tav. E Luigi Di Maio, infuriato, medita per un giorno intero la sfiducia pubblica del responsabile del Tesoro. Studia con lo staff della comunicazione un gesto dirompente, un post violentissimo che chiede esplicitamente le dimissioni del professore.

Arriva a un millimetro dal “licenziamento”, poi si blocca. E accetta di aspettare almeno il vertice di oggi pomeriggio a Palazzo Chigi, dove finalmente potrà confrontarsi con Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Ma nella lunga sera della vigilia fa trapelare di essere pronto a portare questo messaggio all’incontro tra leader: «Se Tria vuole farsi cacciare, basta chiederlo: lo cacciamo».

Cosa aveva fatto di male Tria? Aveva detto di fronte alle telecamere di “Quarta Repubblica”. «Non mi interessa l’analisi costi-benefici sulla Torino-Lione. Il problema è che nessuno verrà mai a investire in Italia se il Paese mostra che un governo non sta ai patti, cambia i contratti, le leggi e le fa retroattive. Questo è il problema, non la Tav». La frase ha fatto saltare sulla sedia Di Maio, già in ambasce per lo stato vegetativo del M5S: per tutta risposta annuncia nella chat dei fedelissimi che è pronto a cacciarlo, ma alla fine ci ripensa:

Di Maio fa elaborare una bozza di nota durissima. Il testo ricorda senza particolari riguardi che la permanenza di un tecnico a via XX settembre dipende dalla volontà politica dei due partiti di maggioranza. Capaci dunque, in qualsiasi momento, di cambiare idea e sfiduciarlo. Poi Di Maio frena.

«Abbiamo deciso di mantenere la calma», trapela a sera. Lo schiaffo pubblico sfuma nella presa di posizione di Danilo Toninelli, che è comunque assai simile a un preavviso di sfratto: «Il ministro ha dimenticato che c’è un contratto di governo, lui dovrebbe ricordarlo. Tria si atterrà a quello che c’è scritto nel contratto».

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