M5S al voto con la Lega?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-05-28

L’accordo allora prevede uno schema semplice: tracciare una linea che va da Roma all’Adriatico e dividersi i collegi uninominali. Arginerebbe così la paura del MoVimento 5 Stelle di finire mangiato dal Carroccio

article-post

È Matteo Salvini a dirlo apertamente, mentre il MoVimento 5 Stelle ufficialmente ancora ci pensa anche se qualche deputato già considera la possibilità. Nell’intervista rilasciata oggi a Repubblica il leader della Lega sostiene che sarà difficile tornare in campo con il centrodestra perché Silvio Berlusconi non gli ha fornito appoggio contro Mattarella.

M5S al voto con la Lega?

Salvini dice che il contratto di governo contiene “buone basi” per lavorare insieme e accusa Berlusconi di aver parlato “come la Merkel”, mettendo le basi per una rottura del centrodestra che vedrebbe a questo punto Fratelli d’Italia in mezzo, indecisa se schierarsi alle elezioni con i grillini dopo aver rifiutato di entrare nel governo o rimanere fuori accodandosi con il “vecchio” Berlusconi pur chiedendo l’impeachment per il presidente della Repubblica.

Voto in autunno. Sarà ancora lei il leader di centrodestra?
«Ho letto con grande rammarico le parole di Silvio Berlusconi, che anziché difendere il suo alleato ha parlato di altro (no impeachment, difesa di Mattarella, ndr). Sembrava di sentir parlare la Merkel, ma di questo avremo modo di parlare».

Intanto ci dica se al voto a questo punto intende presentarsi con la nuova alleanza Lega-M5S.
«In questo momento voglio solo ringraziare, oltre ai professori Conte e Savona, anche Luigi Di Maio e il M5S. Non ci conoscevamo, partivamo da posizioni distanti. Ma abbiamo lavorato bene in queste settimane, c’è stata intesa».

Le richiedo: Sarete dunque insieme, a caccia del 100% dei collegi?
«Oggi dico solo una cosa. Il contratto sottoscritto insieme non sarà carta straccia. Sono state poste buone basi per lavorare insieme».

giuseppe conte
Vignetta di neXt (Giovanni Drogo)

L’alleanza esplicita con la Lega avrebbe il pregio di restituire a tutti il vero volto del MoVimento 5 Stelle, che raccoglie voti di sinistra pur alleandosi con la destra salviniana. E consentirebbe di chiarificare il quadro politico in quella che potrebbe essere la Battaglia contro l’Europa più cruenta ed esplicita che si combatterebbe in una elezione dal tempo del referendum in Grecia: durante il ballottaggio con Macron, Marine Le Pen aveva in più occasioni smussato le sue posizioni antieuropee per riuscire a convincere più elettori a votarla, finendo però rovinosamente sconfitta.

L’alleanza tra M5S e Lega

L’alleanza con la Lega in chiave elettorale sulla base del contratto di governo è “una conseguenza del tutto naturale” secondo Carlo Sibilia, deputato campano che è tra i pochi a parlare sui giornali dopo il no di Mattarella a Conte. “Dopo stasera è difficile credere nelle istituzioni. Era una cosa premeditata far fallire il governo del M5S e della Lega. Non ho tradito io, ha tradito un altro”, ha detto ieri Di Maio dal palco di Fiumicino dove la campagna elettorale lo ha portato. Di patto con la Lega per i collegi parla anche il retroscena di Federico Capurso sulla Stampa:

E allora bisogna correre subito ai ripari, ben consapevoli che la prossima campagna non potrà essere più giocata contro quello che fino a ieri era l’alleato di governo, e altrettanto consapevoli che un pezzo dei delusi di sinistra che avevano trovato casa nel M5S e che hanno vissuto con disagio l’asse con i leghisti, se ne andranno. Una volta che ti abitui al compromesso non puoi più farne a meno. È l’odore del potere. I 5 Stelle sono pronti, e ne hanno già parlato con i leghisti, a firmare un patto di non belligeranza per le prossime elezioni.

carlo sibilia alleanza m5s lega

Di Maio lo ha sintetizzato ai suoi collaboratori: «Loro conquistano tutti i collegi uninominali del Nord, noi quelli del Sud e ci prendiamo l’Italia». Nelle ore più difficili, quando Salvini ha chiesto a Di Maio lealtà nel sostegno granitico a Paolo Savona, l’argomento è stato sfiorato. Le regole pentastellate vietano le coalizioni e i leghisti non sembrano propensi a rinunciare al centrodestra. L’accordo allora prevede uno schema semplice: tracciare una linea che va da Roma all’Adriatico e dividersi i collegi uninominali. E su quelli a rischio fare desistenza per agevolare la vittoria del M5S o della Lega.

La paura dei 5 Stelle: finire mangiati dalla Lega

La strategia servirà anche ad arginare un’altra paura che circola nel MoVimento 5 Stelle: quella di finire mangiati dalla Lega a livello elettorale visto l’estremizzarsi delle posizioni politiche delle due forze. Già la scelta di allearsi con Salvini aveva alienato al MoVimento le simpatie di buona parte di quell’opinione pubblica “di sinistra” che aveva scambiato il M5S per un nuovo partito leninista. Una desistenza con i leghisti potrebbe però definitivamente fargli salutare il voto di quel 6% della base che aveva detto no al contratto con Salvini anche su Rousseau.

Anche secondo Claudio Tito su Repubblica l’asse Lega-M5S, conseguenza dell’OPA di Salvini sul MoVimento, è prossimo venturo:

L’ultima capriola, però, potrebbe essere fatta nelle prossime settimane. L’asse populista è pronto a diventare un unico soggetto politico. La sovrapposizione parziale ma consistente dei due elettorati spinge verso una coalizione, non solo di governo ma elettorale. M5S e Lega potrebbero diventare un partito unico. O una alleanza stabile che stabilizzi il fronte sovranista e antieuropeo. Se allora la “corsa” tra Di Maio e Di Battista è già iniziata, lo è anche la voglia di Salvini di “salvinizzare” definitivamente il Movimento.

La partita delle prossime elezioni si preannuncia così decisiva non solo per l’Italia ma per l’intera Europa. Si voterà sull’euro e sulle posizioni politiche che oggi dovranno diventare chiare e semplici anche per i grillini e i leghisti, che adesso dovranno gettare la maschera e dire esplicitamente se vogliono rimanere nella moneta unica e non cavarsela con piani ambigui che presuppongono tentativi di far saltare i tavoli per essere buttati fuori. Passata la buriana, magari con la rinuncia all’impeachment o con una sconfitta politica e giudiziaria, la lunga campagna elettorale farà raffreddare i bollenti spiriti di oggi e ragionare su quello che stava accadendo e quello che potrebbe accadere a breve. O almeno, questo è quello che spera il Quirinale.

In copertina: vignetta di El GiVa per neXt

Leggi sull’argomento: In difesa di Mattarella

Potrebbe interessarti anche