La brutta fine degli elettori di sinistra che votavano M5S

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-05-10

Per mesi intellettuali di sinistra (e non) delusi dal PD ci hanno spiegato che il M5S era la nuova sinistra e che il partito di Casaleggio e Grillo sarebbe stato l’argine contro i populismi e la Lega. Ieri si è scoperto che non è così. Come l’hanno presa?

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Oggi dovrebbe essere il giorno dell’accordo dell’accordo tra Lega e MoVimento 5 Stelle. Qualcuno potrebbe anche essere tentato di chiamarlo inciucio, e non avrebbe poi tutti i torti visto se – come  ha scritto Travaglio oggi sul Fatto Quotidiano – dietro la ritrovata intesa tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio ci fosse Silvio Berlusconi. Eppure il Direttore del Fatto è restio ad usare la parola inciucio anche se dice che Salvini si sarebbe fatto garante degli interessi di Berlusconi (ovvero le famose contropartite inconfessabili). Travaglio però non è l’unico a soffrire per la nascita di un governo ultrapopulista come quello leghista-pentastellato.

Che fine hanno fatto quelli che “il M5S è la vera sinistra”?

Certo, il direttore del Fatto aveva detto a fine marzo che se Di Maio avesse fatto un accordo con la Lega sarebbe stato linciato, ma quello è solo un dettaglio. Dal quattro marzo ad oggi sono stati in molti gli ex-elettori di “sinistra” che sono usciti allo scoperto per consigliare al PD di fare un accordo il MoVimento 5 Stelle. Consigli ovviamente del tutto disinteressati come si conviene in queste occasioni. Il 24 marzo l’attore Ivano Marescotti, da sempre elettore di sinistra-sinistra e ora “attivista” pentastellato, dichiarava su La 7 di essere profondamente convinto che Lega e MoVimento 5 Stelle non avrebbero fatto l’accordo perché “la maggior parte dei voti che ha preso il 5 Stelle provengono da un generico campo di sinistra” e alleandosi con la Lega quei voti sarebbero andati persi.

Come è noto ci sono molti elettori nonché illustri opinionisti che in questi mesi ci hanno spiegato che il M5S era la nuova sinistra. Anzi, che il MoVimento 5 Stelle incarnava molto più del PD i valori della sinistra. Questo nonostante i contenuti dei programmi elettorali, nonostante le dichiarazioni sull’Unione Europea e sui migranti, nonostante le continue astensioni sulle leggi sui diritti civili. Ora viene il difficile: spiegare che quel partito così di sinistra (che più di sinistra non si può) è riuscito a trovare un accordo per fare un governo con la Lega, il partito che si ispira al Front National di Marine Le Pen e che nel recente passato si è alleato con Casapound. Chissà, magari si accorgeranno che all’Europarlamento il M5S è nello stesso gruppo parlamentare dell’UKIP. Oppure tireranno fuori la vecchia storia di quando il PDS corteggiava la Lega Nord?

Quelli che “il M5S è l’argine al populismo”

Molti pensatori di sinistra si erano dilettati, nei giorni dopo il voto, in approfondite analisi sulla sconfitta del PD e la vittoria di Lega e MoVimento 5 Stelle. La docente di Teoria Politica Nadia Urbinati aveva spiegato in un’intervista a Linkiesta che Lega e M5S avevano sostituito la sinistra, ormai incapace di parlare ai più deboli. Il PD in buona sostanza si era fatto casta e gli elettori avevano preferito votare due partiti che incanalavano maggiormente le risposte ai bisogno e alle istanze di emancipazione dei cittadini. Certo, nel dicembre 2017 la Urbinati aveva anche spiegato che Liberi e Uguali poteva darsi come obiettivo quello di superare il 10%. Così non è stato.

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Ieri la Urbinati – che era tra coloro che caldeggiavano l’idea di un governo M5S-PD –  ha condiviso su Facebook una lettera della filosofa Roberta De Monticelli che è un duro attacco al MoVimento. Per la Urbinati i 5 Stelle “sono caduti nella trappola di Renzi”, insomma è un complotto e la colpa è sempre del cattivissimo Renzi. Per la De Monticelli i 5 Stelle sono colpevoli di voler andare a governare con “un demagogo dagli istinti tribali” e con il permesso di Berlusconi. Manco farlo apposta anche Roberta De Monticelli aveva pubblicato un appello al Partito Democratico affinché formasse un governo con Di Maio. Un governo M5S-PD «È l’ ultima speranza di tutti quelli che veramente vogliono arginare l’ondata leghista e razzista, anzi, l’ondata populista», scriveva sul Fatto Quotidiano l’8 marzo probabilmente dimenticandosi che il M5S è un partito populista e gentista. Se il problema non era il M5S cosa impedisce a Di Maio di arginare la Lega ora che ci andrà al governo?

Andrea Scanzi festeggia il Salvimaio con i disadattati neuronali

La galleria degli schiantati dalla ritrovata intesa tra Lega e MoVimento è assai ricca di importanti figure del panorama culturale italiano. Uno su tutti Andrea Scanzi che non più tardi di una settimana fa paventava il rischio concreto di un governo Renzusconi in salsa salviniana con Giancarlo Giorgetti (della Lega) Presidente del Consiglio e l’appoggio di Renzi. Ironia della sorte Giorgetti è uno dei nomi che circolano in queste ore come possibile candidato premier. Il povero Scanzi se la prendeva con i “disadattati neuronali” che in questi due mesi hanno gridato al “Grillusconi” o al “Salvimaio”.

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Oggi sul Fatto Scanzi ha prodigiosamente cambiato idea e ci spiega che un governo Lega-M5S non è poi così male. Se lo fanno, bene – scrive – altrimenti si torni al voto. E poi spiega che “non si è capito che M5S e Lega hanno vinto a marzo perché veniamo da sette anni di governi con dentro tutti e niente” e che in fondo è l’alleanza più logica. Lo stesso Andrea Scanzi che il 3 maggio scriveva che lo scenario di sempre, da lui pronosticato prima del voto, era il Renzusconi in salsa leghista oggi scrive “credete davvero che queste forze [M5S e Lega NdR] appoggerebbero ciò che hanno combattuto fino a ieri“?

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Oggi evidentemente è il giorno di quelli che la sapevano lunga, anche l’ex M5S (ed ex MpD) Adriano Zaccagnini rivela che gli è sempre stato chiaro “che il vertice del M5S voleva portare al governo la Lega e un programma politico di centrodestra” perché il MoVimento “ha preparato culturalmente il terreno alle vecchie destre e le ha invitate a governare“. Esattamente come avrebbe fatto un partito “di sinistra”.

Quando Beppe Grillo diceva mai con Salvini

Non è ben chiaro su che basi qualcuno abbia potuto credere che il M5S era la nuova sinistra salvo poi scoprire che – come era chiaro fin da subito – i punti di contatto con la Lega erano maggiori di quelli con il PD. Forse qualcuno ha creduto a Luigi Di Maio quando rinfacciava a Matteo Salvini di non essere coerente a causa della sua decisione di non voler rompere l’alleanza con Berlusconi.

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Il senatore Nicola Morra (M5S)

La settimana scorsa tutti i 5 Stelle hanno tirato fuori un paio di vecchi post su Facebook dove Salvini attaccava Berlusconi e prometteva che non avrebbe mai più stretto accordi con Forza Italia. Niente di grave, succede in politica di cambiare idea.

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Fonte

Sembra ieri che Beppe Grillo cinguettava sarcastico “Salvini, Meloni, mangiate tranquilli. Il M5S non fa alleanze con quelli che da decenni sono complici della distruzione del Paese”. Era il 23 gennaio 2017. E molto più di Recente Roberto Fico – il 5 Stelle considerato “di sinistra” – rassicurava tutti: il MoVimento non avrebbe mai fatto accordi di governo con la Lega.

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