Luc Montagnier è morto: la conferma del municipio francese di Neuilly

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-10

Il virologo e premio Nobel per la medicina nel 2008 Luc Montagnier è morto: lo conferma il municipio francese di Neuilly, che secondo Liberation ha notificato il deposito dell’atto di decesso

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Mercoledì scorso il sito FranceSoir aveva annunciato la morte del professor Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina 2008 (condiviso con la professoressa Françoise Barré-Sinoussi) per il suo lavoro sulla scoperta del virus dell’AIDS nel 1983. Secondo il giornale online, Luc Montagnier “è morto all’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine”, l’8 febbraio 2022, “alla presenza dei suoi figli”. Informazioni diffuse oggi anche dal professor Didier Raoult (IHU di Marsiglia) sul suo account Twitter. Ora la prova arriva dal municipio francese di Neuilly, che secondo Liberation ha confermato il deposito dell’atto di morte. Due diverse fonti, una medica, l’altra politica, consultate dal quotidiano transalpino possono confermare il decesso.

Luc Montagnier è morto: la conferma del municipio francese di Neuilly

Dopo le prime voci sulla sua dipartita, sui social moltissimi avevano iniziato a gridare al complotto: Montagnier era diventato idolo dei no vax per le sue tesi complottiste, ricoperte di un’aurea di scientificità dal Nobel vinto nel 2008. A Milano lo scorso 15 gennaio era presente alla manifestazione promossa da Italexit di Gianluigi Paragone: “I vaccini non proteggono – aveva detto -ma favoriscono altre infezioni. La proteina utilizzata nei vaccini in realtà è tossica” e somministrarli ai bambini è “un crimine assoluto”. “Saranno i non vaccinati a salvare l’umanità”, sosteneva.

Nonostante il suo premio Nobel, Luc Montagnier era stato oggetto di numerosi disconoscimenti all’interno della comunità scientifica. Nel 2009 – l’anno dopo aver ricevuto il Nobel – difendeva l’idea che un buon sistema immunitario permettesse di sbarazzarsi dell’HIV “in poche settimane” e che una buona dieta ricca di antiossidanti rendesse possibile l’esposizione al virus senza essere contagiati. Un collettivo di 106 accademici lo aveva criticato per aver trasmesso, al di fuori delle sue competenze, messaggi pericolosi per la salute, a dispetto dell’etica che deve governare la scienza e la medicina”.

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