L’incendio a Chernobyl

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-06

Un filmato del contatore Geiger segna valori di 0,14 e poi 2,3, quindi 16 volte superiori rispetto a quelli abituali attorno alla centrale di Chernobyl. Il rogo, presumibilmente di origine dolosa, è scoppiato sabato mattina, bruciando più di 20 ettari di terreno forestale

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Un incendio ha devastato nel fine settimana i boschi attorno alla centrale di Chernobyl, già protagonista del più grave incidente nucleare della storia nel 1986 e dove oggi si registra un picco di radiazioni.

L’incendio a Chernobyl

“Ci sono cattive notizie, le radiazioni sono al di sopra della norma”, ha riconosciuto Yegor Firsov, capo del servizio di ispezione ecologica ucraino, fornendo come prova un filmato del contatore Geiger che segna valori di 0,14 e poi 2,3, quindi 16 volte superiori rispetto a quelli abituali. Kiev ha mobilitato due aerei, un elicottero e circa 100 vigili del fuoco per combattere l’incendio, che è scoppiato sabato e si è esteso su 20 ettari in un’area boschiva vicino alla centrale nucleare. Domenica mattina l’incendio sembrava sul punto di essersi spento e non era stato rilevato alcun aumento delle radiazioni nell’area secondo il servizio di emergenza ucraino. Ma lo stesso servizio ha fatto sapere sabato che l’aumento delle radiazioni in alcune aree ha portato a “difficoltà” nella lotta contro l’incendio, sottolineando che le persone che vivono nelle vicinanze non erano in pericolo. Il rogo, presumibilmente di origine dolosa, è scoppiato sabato mattina, bruciando più di 20 ettari di terreno forestale situato intorno alla centrale elettrica in disuso, a circa 100 km a nord della capitale Kiev. Imponenti le forze dispiegate in loco – due aerei, un elicottero, 130 vigili del fuoco – che sono riuscite a domare le fiamme solo domenica mattina, dopo aver riversato più di 50 tonnellate di acqua. Contrastanti le informazioni fornite dalle autorità locali che prima hanno riconosciuto di aver incontrato “diverse difficoltà” ad intervenire, proprio a causa dell’aumento delle radiazioni generato dalle fiamme, poi hanno assicurato la totale sicurezza dei residenti e che le radiazioni si fossero normalizzate.

In realtà incendi si verificano ciclicamente nella zona di esclusione di Chernobyl: ce ne fu uno di vasta entità del 2018, seguito da dichiarazioni rassicuranti per la salute umana di chi vive nei pressi della famigerata centrale nucleare. Il 26 aprile 1986 il quarto reattore esplose, costringendo le autorità ad evacuare centinaia di migliaia di persone e un’area di 2.000 km2 fu resa deserta, oltre ad aver inquinato una vasta fascia di territorio europeo. Dopo la sciagura gli altri tre reattori rimasero in servizio, producendo elettricità fino alla chiusura definitiva della centrale nel 2000. Solo quattro anni fa è stato installato un gigantesco scudo protettivo sul quarto reattore. Nel 1991 divampò un incendio nel reattore 2; in seguito le autorità lo dichiararono danneggiato irreparabilmente e fu dismesso. Il reattore 1 fu decommissionato nel novembre 1996 nell’ambito di accordi stipulati tra il governo ucraino e le organizzazioni internazionali come l’AIEA. La zona di esclusione, nella quale è vietato vivere, copre un’area di circa 30 km intorno all’impianto. Nel 2019 Chernobyl ha ricevuto un numero record di 100 mila turisti, desiderosi di visitare il luogo della sciagura che ha ispirato l’omonima serie evento di grande successo Sky-Hbo.

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