Come la Lega ha fregato il M5S sui fondi al Sud

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-20

Ieri il MoVimento 5 Stelle ha dato di nuovo una dimostrazione della sua incredibile capacità di essere watchdog e controllore dei conti pubblici facendosi fregare i soldi dei fondi al Sud

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Ieri il MoVimento 5 Stelle ha dato di nuovo una dimostrazione della sua incredibile capacità di essere watchdog e controllore dei conti pubblici facendosi fregare i soldi dei fondi al Sud. La storia la racconta Il Fatto Quotidiano:

Perché si apprende di un emendamento della Lega al Decreto Crescita che toglie i soldi del Fondo per la coesione al ministero del Sud, quello della 5Stelle Barbara Lezzi, e lo trasferisce alle Regioni. E si parla di decine di miliardi. Le commissioni unite Bilancio e Finanze della Camera lo hanno approvato nella notte, con il parere favorevole del relatore del M5S Raphael Raduzzi e della viceministra all’Economia grillina Laura Castelli.

“Ma avevamo un accordo sugli emendamenti, il testo è stato cambiato all’ulti mo e il parere favorevole era stato dato su un altro testo depositato dalla Castelli”dicono dal Movimento. DI CERTO SCOPPIA un cortocircuito, dentro il M5S e dentro i gialloverdi. Lezzi s’infuria, e l’esame in Aula del testo viene sospeso per cercare di rimediare. Poco dopo la stessa ministra diffonde sillabe di guerra: “L’emendamento verrà stralciato, ma ha rappresentato un atto di totale scorrettezza. Chiunque lo abbia presentato, Lega o non Lega, dovrà chiedere scusa e dare delle spiegazioni”.

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Però non può essere così semplice. E infatti il Carroccio rilancia, chiedendo in cambio dello stralcio un’accelerazione sulle Autonomie, con un testo da portare in Consiglio dei ministri da qui a pochi giorni. I Cinque Stelle provano a controllarsi. Di Maio raduna i suoi per un vertice lampo e poi dal Movimento distillano frasi nere di rabbia:“Gli italiani sapranno giudicare i diversi comportamenti in questa vicenda.

Noi non avremmo mai fatto quello che ha fatto la Lega sul Dl Crescita, adesso loro ci stanno ricattando sulle autonomie”. In serata è tempo di Consiglio dei ministri. E si parte dopo le 21, con oltre un’ora di ritardo. Il milionesimo indizio della febbre gialloverde. Con Salvini che non vuole guarire, perché è un untore felice di esserlo.

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