Le menzogne di Lorenzo Fioramonti agli elettori sul boicottaggio ad Israele

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-03-01

Non è ancora stato eletto, non è ancora stato nominato ministro, ma il professor Fioramonti già si comporta come un politico navigato e insiste a negare l’evidenza. Così facendo però non solo sta prendendo in giro i giornalisti: sta mentendo agli elettori

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Lorenzo Fioramonti, professore all’Università di Pretoria, candidato per il MoVimento 5 Stelle e “ministro” dell’inesistente (per ora) governo di Luigi Di Maio non ci sta ad essere strumentalizzato dai giornali. I giornalisti, brutti e cattivi, ieri hanno scritto che il “ministro” per lo Sviluppo Economico del MoVimento 5 Stelle due anni fa era favorevole al boicottaggio nei confronti di Israele e che si era rifiutato di partecipare ad una conferenza organizzata in Sud Africa perché era previsto l’intervento dell’Ambasciatore israeliano Arthur Lenk.

Quando Fioramonti voleva boicottare Israele in nome della pace nel Mondo

Per la cronaca, in seguito alla defezione di Fioramonti, che in un’intervista ha dichiarato esplicitamente di non voler partecipare alla conferenza e di aderire al boicottaggio contro Israele, il Water Summit 2016 venne cancellato. Oggi Fioramonti ha trovato il coraggio di scrivere su Facebook per spiegare come mai due anni fa parlava di boicottare Israele. In realtà non l’ha fatto, si è limitato a ricordare che “nelle ultime settimane, sono passato dall’essere descritto come un ‘sionista’ in virtù di relazioni fantasiose con il capitalismo internazionale di Soros, Rothschild e Rockefeller, all’essere accusato di ‘antisemitismo’ in virtù di una mia posizione sul diritto di accesso all’acqua in Africa ed in Medio Oriente”. Sembrerebbe quasi che i giornali soffrano di schizofrenia: prima accusano il professore di essere sionista poi di essere antisionista.

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Non è così: a muovere le ridicole accuse di essere al soldo di Soros o dei Rothschild sono stati i cosiddetti siti di “informazione alternativa”. Le dichiarazioni sul boicottaggio invece sono comparse su diversi giornali e addirittura sul sito del dipartimento universitario di cui Fioramonti è direttore.

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L’unica differenza è che mentre i giornali che hanno dato la notizia non hanno cancellato l’articolo il comunicato stampa di Fioramonti è scomparso. Altri siti all’epoca scrissero che la cancellazione della conferenza era “la prova che il boicottaggio contro Israele stava funzionando”.

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Se ne trova traccia naturalmente, grazie alla cache di Google. Ma Fioramonti evidentemente si è “dimenticato” di rimuovere il tweet nel quale linka l’intervista dove parla della necessità di aderire al movimento accademico di boicottaggio contro Israele. Un tweet dove il futuro ministro dello Sviluppo Economico menziona l’account di BDSsouthafrica. BDS è un acronimo che identifica il movimento internazionale BOYCOTT, DIVESTMENT AND SANCTIONS AGAINST ISRAEL” che appunto si prefigge lo scopo di boicottare lo Stato di Israele.

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Come è oggi la pagina con la dichiarazione di Fioramonti sul Water Summit del 2016

Non è infatti un caso che BDS del Sud Africa abbia pubblicato all’epoca una dichiarazione nella quale loda la posizione di Fioramonti riportando un passaggio di quel famoso comunicato (ora scomparso) dove Fioramonti diceva: “there is an international academic boycott against Israel’s public officials, which is supported by progressive groups both in Israel and Palestine and has a lot of support in South Africa too. This boycott is key to help the cause for sustainable and equitable peace in the Middle East, highlighting how behind the facade of technological solutions lies a systematic exploitation of Palestinian communities”.

No, non c’è nessuna strumentalizzazione di Fioramonti

Oggi Fioramonti arriva a scrivere che la sua posizione nei confronti dello stato di Israele “non è diversa da quella tradizionale sostenuta dall’ONU”. Ma l’ONU non ha mai promosso il boicottaggio nei confronti di Israele né ha invitato a disinvestire dal Paese. Il fatto che il futuro ministro dello Sviluppo Economico abbia queste posizioni – per quanto legittime – è imbarazzante. Ma ancora peggio è il continuo tentativo di accusare i giornali di aver strumentalizzato le sue posizioni quando in questi due anni non risulta che Fioramonti si sia mail lamentato della massiccia copertura mediatica data alla sua posizione sui giornali internazionali.

Non si può dire che ora tutti attacchino Fioramonti perché è del M5S, anzi: fuori dall’Italia le sue posizioni furono ampiamente criticate. Il motivo per cui in Italia nessuno si è interessato del boicottaggio di Fioramonti nei confronti di Israele è perché sostanzialmente a quasi nessuno interessava le posizioni di Fioramonti su Israele (o sull’economia). Oggi invece, visto che il professore dell’Università di Pretoria si presenta come il consulente per le politiche economiche del M5S e che aspira addirittura ad un ministero le sue opinioni assumono un altro valore. Quando Fioramonti rivendica di aver lavorato con le università israeliane (nel 2009) senza nemmeno accennare alle opinioni espresse nel 2016 assomiglia molto a quei razzisti che dicono “razzista io? ma se ho anche amici negri!”.

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