Le fregnacce di Salvini sul Bail In della Popolare di Bari a Non è l’Arena

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-12-16

Ieri da Giletti il leader della Lega ha riproposto la contrapposizione tra banchieri cattivi e piccoli risparmiatori e obbligazionisti dicendo che bisogna modificare il bail in perché a pagare devono essere i vertici e non i cittadini e le famiglie. Ma il bail in serve proprio a non usare i soldi dei cittadini per salvare le banche. Salvini lo sa?

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Ieri sera Matteo Salvini era a Bari ed era anche in collegamento con lo “zio” Massimo Giletti a Non è l’Arena. Quale migliore occasione par parlare della crisi della Banca Popolare di Bari e attaccare il governo? Ed infatti il leader della Lega ha imbracciato lo scudo e si è subito schierato a difesa dei risparmiatori (anzi i “piccoli risparmiatori”), delle famiglie e dei cittadini. In che modo?  Chiedendo di modificare la direttiva europea sulle banche, quella che prevede il bail in.

Qual è la proposta di Salvini per salvare la Popolare di Bari?

Durante il suo intervento Salvini ha detto che «la direttiva europea sulle banche, il famoso bail in che più o meno vale il MES di oggi deve essere cambiato perché non è possibile che paghino le famiglie per errori di qualcuno che sta ai vertici delle banche per mancato controllo di chi è pagato per controllare». Sull’account Twitter ufficiale del leader della Lega il concetto è stato sintetizzato così: «bail in deve essere cambiato. Non possono pagare i cittadini per errori di certi vertici». Come al solito quello che Salvini vuole dire non è chiaro. Perché al di là della generica e taumaturgica proposta di “cambiamento” (dal MES, all’Emilia Romagna passando per i trattati europei) non è chiaro come secondo la Lega dovrebbe essere cambiata la direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive).

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Perché Matteo Salvini non dice come intende salvare la Popolare di Bari? Dopo il commissariamento ci sono sostanzialmente due opzioni: il bail in o il salvataggio pubblico. Ce ne sarebbe anche un’altra, vale a dire la possibilità di vendere parte dell’istituto ad un’acquirente privato ma è evidente che in pochi sarebbe intenzionati a farlo. La Lega non vuole il bail in, quindi l’unica possibilità per salvare la Popolare di Bari è quella di utilizzare i soldi pubblici, ovvero quelli dei contribuenti e dei cittadini. Ma al tempo stesso la Lega non vuole che siano i cittadini a pagare per gli errori dei vertici quindi non si capisce in che modo si potrebbe salvare, secondo i leghisti, la banca.

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Perché se non si vogliono toccare o usare i soldi dei contribuenti l’unica strada percorribile è quella del bail in (che significa appunto salvataggio interno). Durante la procedura di bail si procede alla svalutazione di azioni e crediti per convertirli in azioni al fine di assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca in difficoltà. La direttiva europea tanto contestata da Salvini stabilisce una gerarchia di chi deve essere chiamato a coprire le perdite siano azionisti, obbligazionisti e correntisti sopra i 100 mila euro (ovvero per la parte eccedente i 100 mila euro). I cosiddetti piccoli risparmiatori che hanno un deposito inferiore ai 100mila euro invece non sono chiamati a dover ripianare le perdite della banca perché sono protetti dal Fondo di garanzia dei depositi. Abolire o “modificare” il bail in significa che per salvare una banca – e i risparmi privati dei correntisti – si vogliono usare i soldi dei cittadini e dei contribuenti.

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Nel caso della Popolare di Bari, ammesso e non concesso che Salvini sappia cosa sia il bail in, il leader del Carroccio sembra voler dire che deve essere lo Stato a ricapitalizzare la banca. Qualcuno quindi pagherà per mantenere le promesse di Salvini, ma non saranno i famigerati “banchieri” (per i quali eventualmente ci sarà un processo e ai quali penseranno i giudici). Salvini vuole salvare la Popolare di Bari con i soldi di tutti gli italiani? Lo dica senza giri di parole. Se invece pensa che possano essere i “banchieri” a metterli di tasca propria o è ingenuo o è in malafede.

 

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