Economia
Il salvataggio di Popolare di Bari e il miraggio della banca di investimento
Alessandro D'Amato 16/12/2019
I soldi dell’intervento pubblico sono un po’ più di quelli che le indiscrezioni ventilavano: «fino a massimi 900 milioni per il 2020», per un intervento che potrebbe salire attorno a 1,4 miliardi. La Banca Popolare di Bari salvata con i soldi pubblici, come le altre
Il consiglio dei ministri ha varato ieri sera il salvataggio da 900 milioni di Banca Popolare di Bari. Il decreto legge “introduce misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento“. Nel dl si prevede un finanziamento ad Invitalia fino a un importo complessivo massimo di 900 milioni per il 2020, per potenziare il patrimonio del Mediocredito Centrale che a sua volta risolleverà l’istituto pugliese.
Il salvataggio di Banca Popolare di Bari
Saranno potenziate, si legge nella nota di Palazzo Chigi, “le capacità patrimoniali e finanziarie della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale fino a un massimo di 900 milioni di euro, per consentire alla stessa di operare quale banca di investimento che possa accompagnare la crescita e la competitività delle imprese italiane”. Verrà inoltre disposto un aumento di capitale che consentirà a Mediocredito Centrale, insieme al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) e ad eventuali altri investitori, di partecipare al rilancio della Popolare di Bari, “confermando così la determinazione del governo nel tutelare i risparmiatori, le famiglie, e le imprese supportate dalla Bpb”. Infine il governo assicura anche azioni di responsabilità nei confronti di chi ha sbagliato.
I termini precisi del piano industriale per il rilancio della banca pugliese, si spiega, verranno definiti nei prossimi giorni dai commissari della banca da Mediocredito Centrale e dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd). Soddisfatto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: “Positiva l’approvazione del decreto. Il governo è al fianco dei risparmiatori e dei dipendenti della Banca Popolare di Bari e delle imprese da questa sostenute ed è impegnato per il suo rilancio a beneficio dell’economia del Mezzogiorno”. Il decreto era stato annunciato inizialmente come “misure urgenti per la realizzazione di una banca di investimento”, al termine della riunione a palazzo Chigi il titolo e’ stato modificato aggiungendo anche il riferimento al Mezzogiorno.
Il miraggio della banca di investimento
Secondo alcune fonti, dei 900 milioni stanziati per il 2020 dal governo (da risorse del ministero dell’Economia), alla popolare di Bari potrebbero servirne 500 e altri 400 potrebbero essere impiegati per rafforzare altre banche del Sud o sostenere imprese come l’Ilva (per la quale l’esecutivo immagina un intervento proprio di Invitalia). Intanto una mail è stata inviata — prima che arrivasse il decreto del governo — dal top management della Banca popolare di Bari ai direttori delle filiali che oggi potrebbero trovarsi dinanzi a clienti intenzionati a chiudere i conti correnti con l’indicazione — arrivata dai commissari straordinari Enrico Ajello e Antonio Blandini che venerdì e sabato hanno incontrato il management — è di tranquillizzare tutti, trasferendo «all’intera struttura aziendale la conferma della piena continuità operatività della banca». Anche le associazioni dei consumatori rassicurano: «L’amministrazione straordinaria non è assolutamente il bail in, non è una liquidazione coatta o un fallimento».
I soldi dell’intervento pubblico sono un po’ più di quelli che le indiscrezioni ventilavano: «fino a massimi 900 milioni per il 2020», per un intervento che potrebbe salire attorno a 1,4 miliardi se il Fondo tutela depositi (Fitd) investirà quanto si vocifera. Anche il nome del Fitd non ricorre, per l’esigenza di dare un taglio di mercato al blitz, evitando i veti dell’Ue sugli aiuti di Stato. La banca d’investimento era nel programma di Lega e M5S e si realizza con il governo con il PD. Ad oggi è scritta soltanto sulla carta: vedremo se il miraggio si concretizzerà.
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