Lavinia Flavia Cassaro: la maestra degli scontri a Torino licenziata

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-13

È stata licenziata Lavinia Flavia Cassaro, l’insegnante indagata dalla Procura di Torino per avere insultato, durante un corteo contro CasaPound, i poliziotti schierati. L’Ufficio Scolastico Regionale le ha notificato nei giorni scorsi il provvedimento, con decorrenza primo marzo, quando venne sospesa dall’insegnamento. Lo rende noto il Coordinatore Nazionale Cub Scuola, Cosimo Scarinzi, annunciando che il …

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È stata licenziata Lavinia Flavia Cassaro, l’insegnante indagata dalla Procura di Torino per avere insultato, durante un corteo contro CasaPound, i poliziotti schierati. L’Ufficio Scolastico Regionale le ha notificato nei giorni scorsi il provvedimento, con decorrenza primo marzo, quando venne sospesa dall’insegnamento. Lo rende noto il Coordinatore Nazionale Cub Scuola, Cosimo Scarinzi, annunciando che il sindacato “garantirà piena difesa, sia in sede legale che mediante l’azione sindacale” all’insegnante.

lavinia flavia cassaro

La pagina del sindacato CUB su Facebook difende la Cassaro e riepiloga così la vicenda:

A conclusione di una trita e triste campagna elettorale, il presidente del Consiglio uscente, Matteo Renzi, invoca dalla tribuna di Matrix il licenziamento di Lavinia: “Che schifo, una professoressa che augura la morte ai poliziotti andrebbe licenziata su due piedi”. Gli fanno eco la ministra Fedeli (ella stessa licenziabile in tronco se, invece di essere una “ministra” fosse stata un’insegnante, visto che aveva dichiarato il possesso di un titolo di studio inesistente), che annuncia l’avvio di un procedimento disciplinare a carico di Lavinia; a ruota, l’ Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte esprime “piena solidarietà alle forze dell’ordine per l’insostituibile e gravoso impegno nella tutela della sicurezza dei cittadini e nella salvaguardia dei valori democratici della Repubblica”.

È legittimo avanzare qualche dubbio sulla strenua “salvaguardia dei valori democratici della Repubblica”, visto che nel nostro Stato si permette al leader di CasaPound di rivendicare apertis verbis l’eredità del fascismo, mentre si spara con gli idranti su coloro che, in modo magari discutibile, difendono i valori dell’antifascismo.

Il sindacato fa sapere che nella conclusione del provvedimento si sottolinea il fatto che Lavinia non abbia rispettato la “continenza formale” connessa al diritto di critica: «L’espressione del proprio pensiero dovrebbe rispettare la “continenza formale e sostanziale”: che per la sola mancanza di “continenza formale” un lavoratore possa essere licenziato appare almeno strano; che poi, tra i motivi del licenziamento ci sia la “rilevante eco mediatica” che esso ha generato sembra ridicolo, poiché la vittima (in questo caso Lavinia, vittima di un giornalismo pronto a sbranare, mediaticamente, chiunque) diviene carnefice di se stesso. In conclusione, inserisce in un clima sociale in cui gli insegnanti vedono aumentare il contenzioso a loro carico in modo esponenziale, questo ennesimo caso di “democrazia autoritaria” si, assoggetta il diritto alla percezione emotiva e non esita a sacrificare un altro capro espiatorio sull’altare della “società dello spettacolo”».

Leggi sull’argomento: Carlo Sibilia: finalmente un vero complottista al ministero dell’Interno.

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