Laura Castelli e quelle strane “sinergie” tra politica e Istat

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-06-26

La sottosegretaria all’Economia ha fatto sapere di aver incontrato il presidente Giovanni Alleva per trovare una sinergia con l’istituto di statistica “per il raggiungimento degli obiettivi del contratto di Governo”. Ma l’Istat è un istituto indipendente (e quando la politica ha asservito la statistica ai suoi scopi non è finita bene)

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Ieri sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico è comparso un curioso comunicato. Si legge che l’onorevole Laura Castelli, vice ministro dell’Economia per il M5S, ha incontrato il Presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze «per fare il punto sul processo di innovazione portato avanti dall’istituto e sulla sinergia necessaria da mettere in atto con la politica per il raggiungimento degli obiettivi del contratto di Governo». In molti si sono chiesti che cosa volesse dire il passaggio sulle sinergie necessarie tra governo e Istituto nazionale di statistica.

Lo strano attivismo di Laura Castelli sull’Istat

La prima ipotesi, la più semplice, è che quelle due righe in burocratese non serva ad altro che a dimostrare che nel governo tutti si stanno dando da fare e che anche l’onorevole Castelli sta facendo la sua parte. Che la vice ministra dell’Economia incontri il presidente dell’Istat non è certo una cosa scandalosa né una novità, anzi fa parte dei suoi doveri istituzionali. In questo senso l’utilizzo del termine sinergie non significherebbe altro che i rapporti tra l’Istat e l’esecutivo continueranno ad essere cordiali, come è successo anche per i governi precedenti. Insomma secondo questa interpretazione in realtà non c’è nessuna notizia. Ed è questa la notizia.

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Ma è impossibile non dimenticare come una delle ultime volte che l’onorevole M5S Laura Castelli si era occupata di dati Istat era riuscita nella non facile impresa di dare la colpa al governo Gentiloni per la denatalità della popolazione italiana. Ovviamente le cose non stavano così, e a dimostrarlo furono proprio gli stessi dati sciorinati dalla Castelli. La seconda ipotesi quindi è più preoccupante, perché l’Istat deve mantenere la propria autonomia dalla politica. L’Istituto elabora i dati e fornisce analisi statistiche che poi vengono utilizzate dal governo per modulare e attuare le proprie decisioni. Il rapporto tra Istat e politica è quindi già di per sé ben definito. Cosa succederebbe se questo ente terzo mettesse in atto “una sinergia” con la politica al fine di consentire il raggiungimento degli obiettivi di governo?

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Molti hanno sollevato il dubbio che il comunicato del MEF (il dicastero retto da Giovanni Tria) stesse in realtà mettendo in discussione l’indipendenza dell’Istat preconfigurando una sorta di richiesta di “asservimento” dell’Istituto agli obiettivi del governo. Insomma, bene che vada il comunicato proietta ombre sull’operato dell’Istat e sui suoi dati statistici (che devono essere al di sopra di ogni sospetto visto che l’Istat si occupa anche dell’analisi dei conti pubblici). Basti pensare ad esempio che rispetto al costo del del Reddito di Cittadinanza i conti del M5S sono basati su stime dell’Istat. Il deputato PD Luigi Marattin ha annunciato che il Partito Democratico presenterà oggi un’interrogazione parlamentare proprio per chiarire il senso della “sinergia” tra politica e l’Istituto indipendente di statistica. Altri ricordano come la crisi della Grecia esplose in maniera drammatica proprio perché l’istituto di statistica ellenico (Elstat) – che non era indipendente dalla politica – per anni aveva truccato i conti prima per poter entrare nell’euro, poi per nascondere lo sforamento dei parametri di Maastricht.

EDIT: La vice ministra Castelli su Twitter ha “spiegato” così questa mattina su Twitter il senso del termine “sinergia”: «Sinergia significa un rapporto trasparente e di collaborazione, volto a interpretare nel modo migliore i contributi che l’istituto fornisce con dati e approfondimenti. Così è possibile affinare le politiche economiche».

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Dal momento che questo è stato sempre l’impegno di Istat la Castelli sta ribadendo l’ovvio; vale a dire che il governo del cambiamento farà quello che hanno fatto i precedenti. Certo, scrivere una cosa del genere in un comunicato ufficiale forse non rendeva l’idea di quanto lavoro stesse facendo la Castelli. A meno che quella “collaborazione” non voglia significare che l’Istat non sarà più indipendente.

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