La prova d’amore chiesta dal centrodestra a Di Maio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-03-22

L’idea del centrodestra è di andare a trattare il varo di un governo con la collaborazione del M5S. Per cominciare chiede un vertice congiunto sulle presidenze delle camere

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Ugo Magri sulla Stampa oggi racconta che il centrodestra sta chiedendo al MoVimento 5 Stelle un vertice congiunto: il leader dei Cinquestelle dovrebbe accettare di sedersi a un tavolo con i tre leader del centrodestra nessuno escluso, dunque anche con Giorgia Meloni e addirittura con tal Silvio Berlusconi.

L’incontro dovrebbe tenersi in giornata e per il momento sarebbe finalizzato a discutere soltanto le presidenze delle due Camere; ma siccome da cosa deriva cosa, l’eventuale rifiuto pentastellato verrebbe inteso come una sorta di pregiudiziale nei confronti del Cav, anzi di più: come pietra tombale su qualunque prospettiva di dialogo con Forza Italia perché, se non ci si parla per concordare le cariche istituzionali, figurarsi se sarebbe possibile su quelle ministeriali.

Salvini sarebbe il primo a prenderne atto. Se viceversa Di Maio accettasse di farsi riprendere dalle telecamere con Berlusconi, in quel caso scatterebbero le condizioni minime per cominciare a discutere di governo.

L’idea del centrodestra è di andare a trattare il varo di un governo con la collaborazione del M5S. Che tipo di collaborazione? Per adesso nessuno lo sa, ma il banco di prova saranno le presidenze delle camere:

Del resto da giorni, nella mente di Salvini, cresceva il seguente dubbio: «Posso io allearmi con Di Maio senza portarmi dietro l’intera coalizione di cui mi sento leader?». Ieri mattina aveva confidato ad amici che l’unica risposta è no, «io non posso diventare socio di minoranza dei Cinquestelle» che, in rapporto ai voti della Lega, sarebbero preponderanti. L’unico modo per contare ai loro occhi è ribaltare i rapporti di forza e presentarsi alla trattativa con l’intero il centrodestra.

Tra l’altro Berlusconi, astutamente, si è reso pure lui disponibile a un patto di governo con i grillini, dunque la palla adesso passa a loro, tocca a Di Maio chiarire se accetta questo ménage allargato oppure no. E il capo politico pentastellato deve dirlo subito perché (come si è convenuto nel summit conviviale) «se non accetta di incontrarci tutti quanti adesso, Berlusconi compreso, figurarsi se lo farà un domani».

Leggi sull’argomento: Il senso di Marco Travaglio per la democrazia rappresentativa (e il governo PD-M5S)

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