Economia

La mappa del rischio idrogeologico di Roma tra frane e voragini

Giovanni Drogo 06/04/2018

Da gennaio 2018 fine marzo a Roma si sono aperte 44 voragini, la media attuale è di 90 voragini all’anno. I siti a rischio frane sono oltre trecento. Lanciato il Piano Roma Sicura (che però è pronto dal 2009…) per mettere in sicurezza il territorio da frane e inondazioni: serve un miliardo di euro in dieci anni

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È stato presentato oggi a Palazzo Chigi il primo Rapporto su alluvioni, frane, cavità del sottosuolo e acque sotterranee di Roma. Il documento è stato redatto dall’Autorità Distretto idrografico dell’Italia Centrale (ABDAC) in collaborazione con ISPRA, il Dipartimento della Protezione civile e il progetto #Italia Sicura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’Abdac ha effettuato anche una mappatura delle criticità della Capitale, concentrandosi soprattutto sui siti a rischio frane  e le zone a rischio più “pericolose”.

Quante sono le voragini romane e quali sono le aree a rischio

A Roma – riferisce l’Agenzia DIRE – ci sono 383 siti soggetti a frane distribuiti su 28 zone a rischio. Quelle dove la situazione è più delicata sono concentrate a Roma Nord: la collina di Monte Mario, viale Tiziano, Monteverde Vecchio e Balduina. Molto diffuso è anche il rischio di alluvioni ed esondazioni, che riguarda un territorio urbano di 1.135 ettari in cui vivono e lavorano circa 250mila persone, un’esposizione che risulta essere la più elevata d’Europa. Le inondazioni sono causate da diversi fattori tra le quali la mancata manutenzione di tombini e sistema fognario e la scomparsa – anche a causa dello sversamento di rifiuti – di circa 700 km di vie d’acqua (canali e fossi di scolo) tributarie del Tevere e dell’Aniene sui quali è importante intervenire mettendoli in sicurezza. C’è poi sviluppo della città (l’area del Comune di Roma è la seconda più grande d’Europa) che nel corso dei decenni passati ha interferito con il reticolo idrografico.

Il rapporto si sofferma anche su un fenomeno purtroppo tipico di Roma: le voragini. Un’emergenza che non è una novità ma che negli ultimi tempi ha iniziato ad assumere contorni preoccupanti. In queste ultime settimane si sono aperte voragini alla Balduina, a Monteverde e una sulla Gianincolense ha quasi inghiottito una macchina parcheggiata.  Lo studio certifica quello che i romani hanno scoperto già da tempo. Negli ultimi otto anni il numero delle voragini è aumentato in maniera esponenziale, passando da una media di 16 voragini all’anno registrata dal 1998 al 2008 fino a quella attuale di 90, con un massimo di 104 registrato nel 2013. A influire sul censimento contribus

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Fonte Autorità di Distretto Italia Centrale via Facebook.com

Da inizio 2018 fino al 31 marzo si sono già aperte 44 voragini. I Municipi più colpiti dal fenomeno sono il V, il VII e il II, corrispondenti ai quartieri Tuscolano, Prenestino e Tiburtino, ma anche nel Centro storico ci sono zone di rischio come all’Aventino, al Palatino e all’Esquilino. Nella parte Ovest della città il quartiere che conta più  voragini è Portuense, seguito da Gianicolense. Durante la conferenza stampa è emerso come la mappa del rischio idrogeologico non si fermi alle voragini. Devono essere monitorati anche i 32 chilometri di cavità e gallerie sotterranee i cui “vuoti” sotterranei sono tra le cause delle voragini.

La Capitaneria di Porto  ha identificato 22 relitti di barche affondati nelle acque del Tevere e abbandonati da molti anni (per i quali in questi giorni sta partendo la gara per la rimozione). Diciassette relitti si trovano nella zona che va da Ponte due Giugno alla zona di Capo due Rami, gli altri cinque nel tratto compreso tra l’Isola Tiberina e Castel Giubileo. Nelle aree golenali 120 ettari su 1.150 sono cementificate da manufatti anche abusivi, 9 chilometri di rive versano in condizioni di degrado, 2,7 chilometri di banchine con smottamenti e 59 installazioni con pochi ormeggi adeguati.

Il Piano Roma Sicura per mettere “a norma” la Capitale

Per limitare i rischi sono necessari quindi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria ma non solo. Per mettere in sicurezza la Capitale e ridurre lo stato di pericolo, Italiasicura, l’Autorità di distretto e la Regione Lazio hanno già individuato e pianificato le opere necessarie. La prima versione del Piano PS5 per il “tratto metropolitano del Tevere da Castel Giubileo alla foce” (redatto dall’Autorità di Bacino Tevere e relativi al territorio di Roma Capitale) è stato pubblicato 11 anni fa, nel 2009.

roma balduina voragine

Si tratta di un un piano decennale ad hoc ribattezzato “Roma Sicura” con interventi per una cifra complessiva pari a 1 miliardo e 40 milioni di euro, ovvero 104 milioni all’anno. I fondi per il primo anno sono già disponibili tramite il Piano Città metropolitane di Italiasicura. In particolare, per il complesso degli interventi di prevenzione strutturale nell’area urbana e fino alla foce di Fiumicino, è stato calcolato un fabbisogno di risorse finanziarie pari a 871 milioni di euro per realizzare 155 interventi di varie tipologie: 783 milioni per 127 opere di contrasto al rischio alluvione e 86 milioni per 28 opere di messa in sicurezza di diverse aree cittadine dal pericolo frane.

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La voragine in Circonvallazione Appia

A questi si aggiungono 15 milioni all’anno per gestire la manutenzione ordinaria di canali e fossi urbani e tenerli in efficienza, e 4 milioni ogni 12 mesi per verifiche e interventi preventivi sulle voragini urbane. Gli interventi previsti per Roma piu’ importanti a livello finanziario riguardano la messa in sicurezza idraulica del territorio di Piana del Sole (Municipio XII) per un costo di 56,6 milioni, due interventi di manutenzione straordinaria del corpo arginale del Tevere da 36,7 milioni per un totale di 73,4 milioni, interventi nel tratto fluviale compreso tra Ponte Marconi e la foce per 33,6 milioni, interventi sul Fosso di Vallerano a protezione della zona urbana del Torrino per 21,5 milioni, due opere di realizzazione delle casse di espansione del Fosso di Tor Sapienza da 20,3 milioni ciascuna.

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