La locanda del paziente zero di Vo’ Euganeo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-25

Come per la Lombardia, nella Regione di Luca Zaia che ha cancellato il Carnevale all’ultimo momento e che ha fermato i test sui cinesi al rientro è ancora mistero fitto su come sia partita l’epidemia

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Il paziente zero del focolaio di Coronavirus scoppiato a Vo’ Euganeo in Veneto continua a non trovarsi. Come per la Lombardia, nella Regione di Luca Zaia che ha cancellato il Carnevale all’ultimo momento e che ha fermato i test sui cinesi al rientro è ancora mistero fitto su come sia partita l’epidemia.

La locanda del paziente zero di Vo’ Euganeo

Il Gazzettino scrive oggi che la pista battuta nelle ultime ore dalle autorità sanitarie porta ai turisti, provenienti anche da fuori regione, che hanno pernottato alla locanda “Al sole” di Vo’ Euganeo nelle settimane precedenti all’esplosione del caso. Perciò sono in corso i contatti con una trentina di persone, residenti in varie zone d’Italia, che vengono chiamate a casa e invitate a sottoporsi al tampone. Questa ipotesi è stata presa in considerazione dopo che i test sugli otto cinesi, inizialmente la possibilità di sorgente più plausibile, sono risultati tutti negativi. Il test sul coronavirus sarà fatto a tutti i 3.300 abitanti del comune in provincia di Padova. Le persone che hanno contratto il coronavirus sono ad oggi 19, l’ultimo caso è quello di un agricoltore positivo e asintomatico. E ieri è sembrato che qualcosa si muovesse, come racconta La Stampa:

Mentre procede a rilento il più vasto screening sanitario mai fatto in Italia, ancora non c’è alcuna notizia certa su come sia partito il contagio qui in Veneto. Negativi gli 8 cittadini cinesi residenti a Vo’. Non si trova il paziente zero. E le voci, anzi i pettegolezzi, sono sempre quelli. «Magari qualcuno ha frequentato un centro massaggi». «Magari è stato per via di un amore che non si può dire». Non sapere sta consumando gli animi. Ormai siamo molto vicini anche ai casi di mitomania.

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La mappa dei contagi da coronavirus nelle regioni italiane (La Repubblica, 23 febbraio 2020)

Ieri mattina alle 6. 50 un pensionato di 62 anni residente a Lovertino, una frazione del comune di Albettone, 5 chilometri a nord-ovest, ha chiamato il sindaco di Vo’. «Mi ha detto che si sentiva male. Mi ha detto che lui era stato sia alla Locanda del Sole, qui nel nostro paese, sia alla presentazione di un libro a Codogno. Io cosa dovevo fare? Ho avvisato subito i carabinieri». Sarebbe stato un fatto importante: l’anello di congiunzione fra i casi del Veneto e quelli della Lombardia.

Ma l’uomo è invece risultato negativo al test del tampone: non ha il Coronavirus, non può essere il paziente zero. . I Dipartimenti di medicina preventiva delle Usl, che un tempo si chiamavano laboratorio di igiene, sono impegnati allo spasimo per tentare di ricostruire la via del virus:

Questi investigatori in camice bianco sono impegnati nel «contact tracing», tracciatura dei contatti. E si spera ancora che riescano a ricostruire il tragitto del virus che dal Lodigiano si è manifestato sul Colli Euganei, tra Padova e Vicenza, e poi ancora a Mira, in provincia di Venezia, e infine nel centro storico di Venezia. «Il nostro lavoro funziona partendo da una intervista con il contagiato – racconta un anonimo addetto – al quale chiediamo nomi, indirizzi e numeri di telefono di tutte le persone con le quali è venuto a contatto nelle ultime due settimane. Se si tratta di una persona con una normale vita sociale, in due ore ce la caviamo. Ma ci sono individui iper-attivi che richiedono molto più tempo e con i quali si fa fatica a ricostruire la lunga catena di contatti».

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