La grande mareggiata: Greta aveva ragione?

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-11-06

Disastro previsto ed ampiamente annunciato. È Dicembre. Un’estate particolarmente calda ha riscaldato in maniera abnorme il Mare del Nord che ha scaricato tutta questa enorme energia accumulata in una mareggiata mai vista a memoria d’uomo e che è durata 48 ore di fila. La furia delle onde ha flagellato le coste e ha sfondato ogni …

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Disastro previsto ed ampiamente annunciato. È Dicembre. Un’estate particolarmente calda ha riscaldato in maniera abnorme il Mare del Nord che ha scaricato tutta questa enorme energia accumulata in una mareggiata mai vista a memoria d’uomo e che è durata 48 ore di fila. La furia delle onde ha flagellato le coste e ha sfondato ogni barriera. Le Terre Basse dell’Olanda sono state totalmente sommerse come in un Diluvio Universale. La geografia dell’Olanda è profondamente cambiata. Dove prima c’erano case, campi, città adesso c’è il mar. Una prima stima prudenziale parla di almeno 50 mila morti. Altre stime dicono di 80 mila morti. No, non è un racconto fantastico ambientato in un futuro prossimo e questo disastro sicuramente non ha origine dai cambiamenti climatici causati dall’Uomo. E’ semplicemente il racconto attualizzato di una mareggiata effettivamente avvenuta il 13-14 Dicembre 1287. All’epoca la geografia dell’Olanda era completamente diversa. Vi era una grande lago d’acqua dolce, il Flevomeer (i latini lo chiamavano Flevus lacus) che era protetto dal mare da numerose e grandi barriere di dune. In mezzo a questo lago c’era l’isola di Griend. L’alta marea combinata ad una mareggiata di eccezionale violenza causò la distruzione delle barriere di dune e trasformò il lago in una baia che ha il nome di Zuiderzee (Mare del Sud). Molte terre costiere furono permanentemente inondate e si trasformarono nel mare dei Wadden. L’isola di Griend fu quasi completamente distrutta e passò da isola in mezzo a un tranquillo lago ad essere un isola in mezzo al mare. Anche le coste dell’Inghilterra furono flagellate da questa mareggiata che provocò anche là centinaia di morti. Questa mareggiata non fu l’unica che si ricorda da quelle parti nella storia dell’Umanità. Ci sono tracce di numerose altre mareggiate disastrose. L’ultima avvenne a fine Gennaio-inizio Febbraio del 1953. L’onda di tempesta causò l’innalzamento del livello del mare di oltre 5 metri, travolse tutte le difese marine e causò ingenti allagamenti. La sola Olanda ebbe 1836 morti.

Quello che voglio dire con questo racconto è che la climatologia è una scienza difficile e che anche nel passato sono avvenuti immani disastri naturali. D’altra parte il mito del Diluvio Universale è presente in tutte le culture di tutti i popoli, il che fa supporre un grande disastro planetario. Alcuni storici pensano che ci sia stata una inondazione del Mar Nero avvenuta qualche migliaio di anni fa. Secondo questa ipotesi l’evento sarebbe stato ricordato nelle varie mitologie come il Diluvio universale. William Ryan e Walter Pitman, nel 1997, ipotizzarono una massiccia inondazione attraverso il Bosforo attorno al 5600 a.C.. Secondo loro, intorno al 5600 a.C., il Mediterraneo, il cui livello stava aumentando a causa della scioglimento dei ghiacci,e straripò oltre il Bosforo. L’evento trasformò il Mar Nero e il Mare Caspio in mari salati ed ingrandì significativamente le loro dimensioni. L’ipotesi rimane tuttora oggetto di acceso dibattito tra gli archeologi. Ci sono state anche identificazioni con il mito di Atlantide ed è stato suggerito che l’inondazione causò la migrazione degli Indoeuropei. Però il mito del diluvio è presente in tutte le culture (dall’America all’Oceania). Non può riguardare un evento pur importante che ha coinvolto solo il Mar Caspio e il Mar Nero. Se il mito del diluvio ha origine da un evento storico, ha origine dalla fine dell’ultima glaciazione che ebbe inizio circa 110.000 anni fa e terminò circa 12.000 anni fa. L’ultima parte di questa glaciazione è stata denominata come glaciazione di Würm. Su tutto il pianeta Terra si verificò un abbassamento generale della temperatura e un’ espansione dei ghiacciai. Durante questa glaciazione i livelli dei mari si abbassarono di oltre 120 m. La massima estensione della glaciazione avvenne approssimativamente 18.000 anni fa. L’ultima glaciazione generò enormi ghiacciai continentali del Nord America ed Eurasia. Considerevoli aree nelle Alpi, Himalaya e nelle Ande furono coperte di ghiaccio, e l’Antartico rimase ghiacciato. Il ghiacciaio scandinavo arrivò fin nelle zone settentrionali delle Isole Britanniche, Germania, Polonia e Russia. Al di fuori della coltre ghiacciata principale, si ebbero anche estese glaciazioni nelle catene montuose delle Alpi e dell’Himalaya. Più a oriente, il Caucaso e le montagne della Turchia e dell’Iran furono ricoperte da locali estese gelate e piccole calotte ghiacciate. Con la fine della glaciazione le temperature si innalzarono molto velocemente, i ghiacciai si sciolsero e in soli temila anni il livello marino salì di oltre 120 metri. Solo per avere idea: metà dell’Adriatico durante l’era glaciale era terra emersa, l’arcipelago toscano era collegato alla terraferma, Sardegna e Corsica formavano un’unica isola, la Gran Bretagna e l’Irlanda, che fino a quel momento erano raggiungibili a piedi dall’Europa, si ritrovarono separate dalla Manica (l’inizio della Brexit?). Ebbe inoltre origine la Corrente del Golfo che iniziò a portare acque calde dal Golfo del Messico verso il nord del pianeta rendendo abitabile il Nord Europa. Inoltre il disgelo fu accompagnato anche da improvvisi rilasci di metanidrati che si trovavano sotto la coltre di ghiaccio. Proprio per questo senario apocalittico non è azzardato pensare che il mito del Diluvio nasca proprio dalla fine dell’Ultima Glaciazione: fenomeno di grandi dimensioni e che ha coinvolto tutto il globo.

libero greta thunberg

 

Tutto questo per dire che il fenomeno dei cambiamenti climatici è un argomento serio. L’umanità ha già vissuto eventi estremi come le glaciazioni e la furia degli oceani. Abbiamo la fortuna di vivere alla fine di una glaciazione, per cui, a causa dello scioglimento dei ghiacci, i mari potrebbero salire ragionevolmente solo di pochi metri e non di 120 metri come alla fine della glaciazione. Nonostante ciò con la potenzialità di causare enormi disastri: basti pensare a quello che capiterebbe all’Olanda e a Venezia o alle isole coralline…Quindi anche se i cambiamenti cimatici possono non essere una minaccia per l’Umanità nel suo complesso anche se la narrazione di Greta è manichea e poco scientifica, il problema c’è ed è enorme. La nostra tecnologia, per quanto avanzata, non è in grado di fronteggiare le forze messe in campo dai cambiamenti climatici. Delle semplici “mareggiate” hanno seminato morte e distruzioni..figuriamoci le conseguenze di violenti cambi climatici o di una variazione di percorso della Corrente del Golfo…su questo Greta ha ragione: non possiamo permetterci di fare gli apprendisti stregoni con forze che non conosciamo. La vita sul nostro Pianeta si fonda su equilibri, se li alteriamo sappiamo di andare incontro a cambiamenti climatici di cui non sappiamo valutare gli effetti. La storia del Pianeta ha dimostrato che la vita sul nostro pianeta è resiliente e ha superato momenti assai critici quali le estinzioni di massa dell’ Ordoviciano-Siluriano (circa 450 milioni di anni fa), del Devoniano superiore (circa 375 milioni di anni fa), del Permiano-Triassico (circa 250 milioni di anni fa) del Triassico-Giurassico (circa 200 milioni di anni fa) e del Cretaceo-Paleocene (circa 65 milioni di anni fa). Ma perché rischiare? Cerchiamo di rispettare il pianeta, ed evitiamo di modificarne il clima….L’Umanità deve imparare a rispettare la Natura. E’ stupido e profondamente arrogante agire contro di essa.

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