La frantumazione di Fratelli d’Italia a Roma

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-07-02

Quattordici tra consiglieri eletti e personalità del partito a Roma lasciano la Meloni. Per transitare nella Lega, ma prima c’è un veto da superare

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Tanto tuonò che piovve. Dopo gli annunci dei giorni scorsi, in Fratelli d’Italia scatta davvero l’esodo contro Giorgia Meloni. Ad annunciare il suo addio è per primo Fabrizio Santori, ex consigliere regionale nel Lazio , seguito a ruota da altri sei eletti nei municipi.

La frantumazione di Fratelli d’Italia a Roma

« I sani rapporti fiduciari, l’attenzione alla comunità che si rappresenta, la valorizzazione del Merito, le regole chiare, i contenuti dell’offerta politica e le scelte fatte in queste settimane  sono per me elementi imprescindibili per poter lavorare quotidianamente con entusiasmo, passione e concretezza. Insieme a tanti, consiglieri e no, abbiamo ritenuto che tali elementi fossero venuti meno da diversi mesi a questa parte», scrive Santori su Facebook ricordando per l’ennesima volta di aver preso 8500 preferenze al Consiglio Regionale del Lazio alle ultime elezioni. Subito dopo il suo annuncio i consiglieri Emiliano Corsi e Giusy Guadagno del Municipio V, Daniele Catalano del Municipio XI, Giovanni Picone, Marco Giudici e Francesca Grosseto del Municipio XII si accodano dando il via alla transumanza e alla frantumazione di Fratelli d’Italia.

fabrizio santori fratelli d'italia

Nel pomeriggio tocca a Francesco Figliomeni e Maurizio Politi, consiglieri di Roma Capitale, annunciare l’addio alla Meloni: «Da tempo abbiamo cercato di manifestare dentro il partito tutta la mancata condivisione nel posizionamento politico, nella gestione interna e nel non aver mai realmente aperto a chi voleva condividere un pezzo di storia con noi. Siamo rammaricati di quella che è una scelta sofferta ma inevitabile». Poi tocca a Giuseppe Scicchitano e Sandra Bertucci, consiglieri in municipio II, Flavia Cerquoni, consigliera in municipio VII e Fulvio Accorinti, consigliere in Municipio XIV, che “sottoscrivono quanto dichiarato da Iadicicco”, come da previsioni.

Cosa succede a Fratelli d’Italia Roma

Ma perché questo esodo di massa dal partito di Giorgia Meloni? Per quanto riguarda Santori, i motivi della sua ostilità nei confronti della Meloni erano noti da tempo: “Non sono stato rieletto consigliere regionale del Lazio per altri motivi oltre la sconfitta del nostro candidato presidente: uno su tutti il tracollo di Fratelli d’Italia che elegge solo 3 consiglieri passando ad essere l’ultimo partito del centrodestra nella Regione Lazio, disperdendo in un mese un patrimonio costruito alle ultime elezioni con anni di presenza sul territorio”. E ancora: “A proposito di affidabilità. In un partito è molto importante, così come nel lavoro, in un’organizzazione, in un qualsiasi gruppo umano, anche in famiglia. E’ un elemento primario ma i gattopardi della politica nostrana hanno estremizzato il concetto blindandosi nelle stanze dei bottoni con i più fedeli mentre nel frattempo calpestavano il lavoro di chi, con impegno e perseveranza, conquistava la stima della gente sul territorio. Ed è stato il trionfo degli yesman senza primarie né scelte di merito ma solo scelte partitocratiche poi bocciate dai cittadini“.

fabrizio santori

Santori e gli altri se la prendono con i modesti risultati alle Regionali seguiti dai modestissimi risultati alle municipale del mese scorso: in entrambe le elezioni Fratelli d’Italia non è stata capace di ripetere l’exploit delle amministrative del 2016 a Roma, quando Giorgia Meloni, candidata sindaca, sfiorò l’approdo al ballottaggio nonostante la divisione del centrodestra. Ma non è questo l’unico elemento.

Le sirene di Salvini e il veto di Giorgia

All’interno degli ex di Alleanza Nazionale c’è infatti l’impressione che Matteo Salvini possa in breve tempo portare a casa tutto il centodestra, con la Lega che potrebbe diventare il partito pigliatutto lasciando agli alleati Forza Italia e FdI le briciole. Una sensazione confortata dai sondaggi, visto che prima di dedicarsi a cannibalizzare l’elettorato a 5 Stelle il Carroccio ha mangiato voti sia a FI che alla Meloni. Ecco spiegate quindi non solo le attuali perplessità dei consiglieri sul progetto, ma anche le tante dichiarazioni di simpatia dei consiglieri di area santoriana nei confronti del Governo del Cambiamento.

salvini meloni le pen
La foto pubblicata dal Messaggero della cena tra Salvini, Meloni e Le Pen

C’è però un problema. La stessa Meloni, in nome dei buoni rapporti nella coalizione di centrodestra, ha ottenuto da Salvini in veto all’entrata dei fuoriusciti da Fratelli d’Italia nella Lega, che avrebbe bisogno di radicarsi sul territorio anche nella Capitale. Un veto che non può che avere valore temporaneo visto che la politica è la terra degli squali. Ma che per adesso ha permesso a Giorgia di fermare il passaggio dei suoi ex consiglieri. Fino a quando?

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