Economia

La Corte dei conti indaga sul no alle Olimpiadi di Raggi

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-05-31

L’inchiesta aperta come atto dovuto dopo un esposto dell’Adusbef. L’ipotesi è il danno erariale. Sotto la lente le spese sostenute dal comitato. Chi ha sbagliato, il Comune o il CONI?

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All’epoca della discussione sulle Olimpiadi il CONI aveva ventilato la possibilità di chiedere il danno erariale al Campidoglio per le spese sostenute dal comitato promotore di Roma 2024. Alla fine la Giunta Raggi decise per il no ma il CONI non si mosse. Oggi però un fascicolo è stato aperto dalla procura della Corte dei Conti per quel no, ventilando proprio la possibilità di un danno erariale.

La Corte dei conti indaga sul no alle Olimpiadi di Raggi

Spiega oggi Lorenzo D’Albergo su Repubblica che l’indagine affidata al pm Bruno Tridico è nata da un esposto con cui l’Adusbef, associazione a tutela dei consumatori, “ha chiesto ai magistrati di viale Mazzini di chiarire se gli investimenti del Coni per la promozione sportiva della capitale abbiano comportato un danno al pubblico erario. E, nel caso, chi lo abbia causato: chi lo scorso settembre ha decretato la fine della corsa ai cinque anelli con una conferenza contro le «Olimpiadi del mattone» o chi ha speso milioni di euro senza prima essere sicuro di avere il supporto del Campidoglio a guida grillina?”.

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Olimpiadi a Roma: le tappe della candidatura (Corriere della Sera, 28 agosto 2016)


Il CONI cominciò a lavorare alla candidatura a inizio 2015, stanziando 2 milioni e 681mila euro per attività propedeutiche alla candidatura, coperti con le risorse concesse a Roma 2024 dalla legge di stabilità 2016: due milioni nel 2016, 8 nel 2017.

Lo scambio di pennette usb e file con il Comitato olimpico internazionale si interrompe, però, lo scorso 11 ottobre. Il «no» dei grillini è stato pronunciato da ormai 20 giorni e il segretario generale del Coni, «alla luce degli accadimenti determinatisi per effetto delle deliberazioni assunte in proposito dall’amministrazione della città di Roma Capitale», comunica all’ad di Coni Servizi che la corsa è finita. Stop a tutte le attività, «con conseguente risparmio delle spese complessive preventivate e destinate».
Se sul risparmio di quanto non è stato speso non ci sono dubbi, è sulle cifre impegnate che l’Adusbef (di Elio Lannutti, oggi grillino ma con un passato da senatore Idv) ha chiesto lumi alla Corte dei conti. Partendo da un assunto: «Le Olimpiadi sono un pacco». Confezionato da chi?

Il no alle Olimpiadi e il danno erariale

La candidatura olimpica, secondo il CONI, è però costata quasi 13 milioni di euro: per la prima fase sono stati spesi 4,6 milioni, mentre la seconda prevede un impegno di circa 8,5 milioni. Il totale sono i 13 spesi oggi. A gestire la cassa è Coni Servizi spa (controllata del Coni), poiché il comitato Roma 2024 ne è a tutti gli effetti un’unità operativa interna.
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Il pagamento dei danni che la Corte dei Conti potrebbe eventualmente richiedere ai consiglieri grillini non graverà sui portafogli di questi ultimi grazie all’assicurazione che i consiglieri possono siglare con ADIR, ovvero la mutua assicuratrice di proprietà del Campidoglio, che in cambio di una polizza pari a 700 euro l’anno copre fino a 5 milioni di euro di massimale in caso di richieste di risarcimento legati ad atti amministrativi. Nel caso peggiore, quindi, pagherà ADIR, ovvero i romani visto che l’assicurazione è di proprietà del Comune. In ogni caso l’esposto dell’ADUSBEF non punta il dito per forza contro la Raggi, ma chiede se a sbagliare sia stata l’amministrazione che ha detto no o il CONI che ha speso soldi prima dell’ok definitivo. Il giudice deciderà chi ha ragione, ma se alla fine dovesse risultare colpevole il CONI oltre al danno ci sarebbe la beffa.

Leggi sull’argomento: Fact Checking: quello che il CONI non dice su Roma 2024

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