La bella iniziativa del sindaco di Ferrara Alan Fabbri per beccarsi tutti il Coronavirus

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-03-06

Per rilanciare i settori economici “colpiti” dal decreto sul Coronavirus il primo cittadino leghista di Ferrara ha lanciato un’iniziativa per spingere quante più persone possibili a frequentare bar, ristoranti e negozi. Ma non è che così si aiuta anche la diffusione di COVID-19?

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Inutile nasconderlo: affrontare un’epidemia come quella del Coronavirus SARS-COV-2 e di COVID-19 richiede un grande sforzo collettivo (credete forse che gli abitanti di Wuhan si incoraggiassero a vicenda per sport?). Da parte di tutti, Governo, politici, amministratori locali, cittadini e lavoratori. Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte per evitare di diffondere il contagio o di creare occasioni per propagare l’infezione tra la popolazione. Non è assolutamente facile, anzi è difficilissimo per una società come la nostra, ma è possibile farlo. Chi ci governa (che sia lo Stato centrale, le regioni o i sindaci) deve fare il possibile per non diffondere il panico e per garantire la salute pubblica.

Il sindaco di Ferrara vuole aiutare gli esercenti ma rischia di dare una mano al Coronavirus

Non va in questa direzione l’iniziativa lanciata ieri (che tempismo!) dal sindaco leghista di Ferrara Alan Fabbri. La “bella iniziativa” è stata chiamata VIVIFE ed è valida fino al 31 marzo. L’obiettivo dichiarato è quello «di rilanciare i settori più colpiti dalle disposizioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di contenimento del Coronavirus». Il che sarebbe assolutamente ragionevole una volta finita l’emergenza sanitaria e passata l’epidemia. Se non fosse che i settori in questione non sono colpiti dal decreto del Consiglio dei ministri – che è intervenuti unicamente sulla distanza da osservare tra un cliente e l’altro – ma dal coronavirus o meglio, dalla volontà di evitare il contagio. Evidentemente la tentazione di strumentalizzare Covid-19 per fare propaganda politica è troppo forte.

alan fabbri ferrara musei coronavirus - 1

È invece inutile e dannoso farlo ora. Perché in questo momento quello che si chiede non è di “rilanciare” l’economia ma di salvaguardare la salute pubblica. Fabbri invece propone sconti per l’ingresso ai musei civici a tutti coloro che esibiranno lo scontrino, la ricevuta fiscale, la fattura di qualsiasi importo purché «rilasciato, nella stessa giornata della visita, da qualsiasi esercizio commerciale, di ristorazione e di strutture ricettive nella nostra città». Il bello è che l’iniziativa era stata annunciata già il 3 marzo, quando Fabbri aveva scritto su Facebook che per far fronte all’emergenza «di valore strategico sarà anche la messa a punto di un’iniziativa promozionale in collaborazione con il sistema produttivo per agevolazioni (sotto forma di riduzione del biglietto di ingresso tramite prova d’acquisto, come lo scontrino) nei Musei comunali legate al soggiorno in strutture ricettive o ad acquisti effettuati negli esercizi della Città». Il fatto che in mezzo sia arrivato un decreto che chiudeva le scuole per evitare di diffondere il contagio è un dettaglio trascurabile.

Il commento di Roberto Burioni all’idea di Alan Fabbri

«Ognuno deve impegnarsi per ostacolare questa epidemia. Niente panico, ma basta con le irresponsabili sottovalutazioni» scriveva ieri su Facebook il virologo del San Raffaele Roberto Burioni che oggi commenta su Twitter con un laconico «Niente da fare» l’iniziativa del sindaco di Ferrara. La meritoria iniziativa non è tale perché si rischia, con la buona intenzione di venire in aiuto a settori ed attività economiche in difficoltà a causa dell’epidemia, di aumentare il rischio di diffusione del coronavirus.

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Invitare implicitamente le persone ad affollare bar e ristoranti per avere lo sconto ai musei civici (ammesso e non concesso che a molti effettivamente interessi andare al museo) è l’esatto contrario di quello che dovrebbe fare un amministratore pubblico oggi. Se da un lato sono comprensibili i timori (e magari anche le pressioni) degli esercenti per il futuro della loro attività non è questa la risposta che deve essere data. Bar, ristoranti, alberghi, operatori dello spettacolo e del turismo vanno sicuramente aiutati e sostenuti per consentire loro di superare la fase di emergenza, ma non così. Un governante responsabile questo lo sa.

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