ISTAT, il boom del lavoro è un boom di precariato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-02

Tassi di disoccupazione ai livelli più bassi dal 2012, occupati al massimo storico. Ma si tratta per la stragrande maggioranza di contratti a termine

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Il tasso di disoccupazione che scende al 10,7%, in calo di 0,3 punti percentuali su base mensile, ovvero al livello più basso dall’agosto 2012. La disoccupazione giovanile al valore più basso dal gennaio del 2012, quindi da oltre 6 anni (31,9%). Ma il numero dei dipendenti a termine a maggio sale ancora (+62 mila unità su aprile) portando il totale a 3 milioni e 74 mila. Una soglia che fa aggiornare di nuovo il record storico (le serie partono dal 1992).

ISTAT, il boom del lavoro è un boom di precariato

E più in generale, sono gli occupati temporanei a contare nei risultati: a maggio gli occupati raggiungono quota 23 milioni 382 mila, aggiornando ancora il massimo storico mentre il tasso di occupazione (58,8%) tocca il livello più alto dal 2008, ovvero da dieci anni; ma nei dodici mesi la crescita occupazionale si concentra tra i lavoratori a termine (+434 mila), mentre restano sostanzialmente stabili i permanenti e sono in lieve ripresa gli indipendenti (+19 mila).

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Il grafico di Francesco Seghezzi, direttore ADAPT

Il problema però è che rispetto al 2017 chi ha trovato un lavoro è per il 95% un lavoratore a termine, per il 4% è un autonomo e solo per l’1% è un lavoratore permanente. In un anno la tipologia a termine ha visto aumentare di 16,4 punti percentuali la sua importanza all’interno del computo reale, mentre è crescita zero per i lavoratori permanenti.

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Su base annua, conferma l’Istat, “la crescita dell’occupazione appare consistente e si concentra tra i lavori a termine e, con riferimento all’età, tra i 15-34enni e soprattutto tra gli ultracinquantenni”. Intanto, viene evidenziato, “prosegue la contrazione della disoccupazione, che dopo i livelli massimi toccati a fine 2014 è tornata sui livelli della metà del 2012”. E “continua anche il calo dell’inattività, che si mantiene sul minimo storico”.

Lavoratori a termine, precari a vita

I dati sono insomma quantitativamente buoni se non ottimi, ma, come osserva Francesco Seghezzi di ADAPT su Twitter, dal punto di vista qualitativo l’aumento di occupati è spinto dagli over 50 (+98mila) che in un anno crescono di 468mila unità, confermando il trend di un invecchiamento degli occupati italiani mentre il numero di lavoratori a termine supera la soglia di 3 milioni e la crescita annua è del 16,4%. Un dato sottolineato anche dal ministro dello Sviluppo: “Abbiamo seminato un nuovo record del precariato dello Stato italiano”, ha detto Luigi Di Maio nel corso di una conferenza stampa al ministero del Lavoro. Secondo il ministro i dati Istat rilevano i contratti “ma se vogliamo parlare di ore di lavoro che mancano – ha sottolineato – di precarietà, di anti depressivi perché aumenta l’incertezza, da quel lato non dobbiamo celebrare come in passato. Se vogliamo celebrare il lavoro deve essere stabile e dignitoso”.

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Ovviamente quella degli antidepressivi è una sciocchezza (tra l’altro copiata da Salvini), mentre si nota da parte del ministro anche una certa attenzione a non dare meriti ai suoi predecessori. Ma soprattutto vedremo nei fatti se le ricette proposte dal M5S per il superamento del problema sono attuabili o meno. Nel caso della Gig Economy, non molto. 

Foto copertina da Francesco Seghezzi su Twitter

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