Così il governo Conte blocca 4 miliardi di investimenti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-28

Quattro miliardi in meno in investimenti per le infrastrutture che il governo Conte ha tolto in tre anni ad ANAS e Ferrovie dello Stato. Sì, proprio quel governo che ha nel ministro Tria uno dei fautori dell’importanza delle opere

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“Diteci quale grande opera abbiamo mai bloccato noi del M5S”: il video in cui Alessandro Di Battista si fa la domanda retorica del secolo affermando implicitamente che in effetti sì, è vero, i grillini abbaiano contro le grandi opere ma poi si rimangiano regolarmente tutto, ha un’altra faccia della medaglia. E sono i quattro miliardi in meno in investimenti per le infrastrutture che il governo Conte ha tolto in tre anni ad ANAS e Ferrovie dello Stato. Sì, proprio quel governo che ha nel ministro Tria uno dei fautori dell’importanza delle opere.

Racconta oggi Repubblica che il fondo per gli investimenti Anas nell’anno 2019 si è ristretto di un miliardo 827 milioni, passando da 2 miliardi 361 milioni a meno di 534 milioni. È una cifra superiore a un terzo di tutti gli stanziamenti previsti nel triennio. Sia chiaro: i soldi non sono evaporati. Semplicemente sono stati spostati sul 2020 e sul 2021. La giustificazione è un adeguamento al piano finanziario dei pagamenti.

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Gli appalti bloccati dal governo Conte (La Repubblica, 28 febbraio 2019)

Ma di fatto sono spese per investimenti e infrastrutture che vengono rinviate, proprio da quelli che dicono che andranno cantiere per cantiere a far ripartire le grandi opere. E non finisce qui, perché poi ci sono le Ferrovie dello Stato.

Gli stanziamenti per gli impianti di competenza 2019 sono stati ridotti da 3 miliardi 492 milioni a un miliardo 152 milioni, con un saldo netto negativo di 2 miliardi 340 milioni. In questo caso, ben oltre un quinto di tutte le somme assegnate alle infrastrutture ferroviarie per il periodo 2019-2021. E a differenza di quanto fatto per l’Anas, qui il governo non si è limitato a spostare i denari da un anno all’altro, ma ha anche tagliato di un miliardo e 300 milioni le disponibilità del triennio, che in questo modo dimagriscono da 10 miliardi e 991 milioni a 9 miliardi 691 milioni. Il gruppo Fs subirà così quest’anno un ridimensionamento del 71 per cento dei finanziamenti statali, ridimensionati da 5,8 a meno di 1,7 miliardi.

Non male, no?

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