La grande fuga degli influencer grillini dal carro di Salvini

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-08-21

Per mesi hanno portato acqua con le orecchie alla causa del ministro dell’Interno, con la scusa che bisognava difendere il Governo gialloverde che agiva “compatto” (ma quando mai). Oggi devono precipitosamente darsi da fare per innalzare lodi a quel grande statista di Conte. In effetti se il premier ci ha messo 14 mesi per accorgersi di chi era il suo vice che colpa ne hanno gli influencer a 5 Stelle?

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Gli influencer (chiamiamoli così) grillini si stanno già riposizionando. Scaricato “il traditore” Matteo Salvini (ma è stato lui a mollare il M5S e Conte) è tempo di guardare avanti. E perché no, vedere se è possibile gettare il cuore oltre quell’ostacolo insormontabile e inconcepibile che è l’ipotesi di un’alleanza con il PD in vista, chissà, di un Conte-bis. La situazione è disperata, ma non seria. Perché di questi tempi tweet, post e vignette vengono via a poco, e altrettanto è il loro valore.

Marione dalla Sacra Famiglia con Salvini al ministro “bimbominkia”

È però indicativo che molti sostenitori del governo Conte di sponda pentastellata siano rapidamente e precipitosamente scesi dal carro di Salvini sul quale, quando faceva comodo, si erano seduti. Un caso da manuale è Mario Improta, in arte Marione, vignettista cantore del M5S. Dopo la seduta di ieri al Senato il nostro ha prodotto una vignetta dal titolo bimbominkia e uomo. Dove il primo è naturalmente Salvini – ritratto come un lattante vichingo con il crocifisso in mano – mentre il secondo è l’eroe del giorno: Giuseppe Conte. Quello che per un anno (14 mesi per l’esattezza) ha lasciato che il suo vicepremier facesse quello che voleva, senza dire nulla.

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Eppure c’è stato un tempo in cui anche Marione andava pazzo per Salvini. All’epoca dedicava al Governo Conte vignette corali come questa sul “Natale dell’onestà”. Guardate che delizioso quadretto, con Salvini nei panni di San Giuseppe, Di Maio che fa la Vergine Maria e Conte che aleggia sulla Sacra Famiglia gialloverde come lo Spirito Santo. A proposito di quelli che abusano dei simboli religiosi per fare politica, chissà cosa direbbe Conte.

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Sarebbe sbagliato dire che quello dei 5 Stelle è stato un amore incondizionato. Ha avuto delle fasi, momenti di grande sintonia alternati ad altri di critiche feroci. Questi ultimi in concomitanza delle elezioni europee, regionali o amministrative, dove M5S e Lega correvano l’uno contro l’altro.

Kilgore: quello che difendeva Salvini e che oggi ci spiega che Matteo ha perso “l’occasione della vita”

Marione non è certo l’unico. Anche l’account Twitter Ermanno Kilgore (@ErmannoKilgore) in questi giorni va all’attacco di Salvini senza se e senza ma. Oggi Kilgore cinguetta #Salvinivattene e scrive che il ministro dell’Interno «ha perso l’occasione delle vita, poteva con il miglior Presidente del Consiglio di tutti i tempi Conte e con il M5S riformare e modernizzare il paese». Oppure propone raffinate analisi politiche dove consiglia al M5S di fare tutti i tentativi per rimanere al governo ed evitare le urne (e sappiamo bene quale sia l’alternativa ad un’alleanza con la Lega).

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Ma se oggi Salvini viene dipinto come lo scorpione che punge la rana della famosa favola in tempi meno recenti le cose stavano diversamente.

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Eccolo qui mentre era impegnato a difendere la scelta del M5S di salvare Salvini dal processo per il caso Diciotti. Qui sotto invece mentre al grido di #nessunoTocchiSalvini spiegava che l’avviso di garanzia a Salvini era un attacco al M5S. Dietro quell’atto della magistratura – spiegava rispondendo ad un tweet dell’avvocato Antonio Bordin il nostro influencer  di area pentastellata – “ci sono sono i soliti noti”.

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Ma ancora: quando quel radical chic di Gad Lerner parlava dell’aggressione a Stefano Origone a Genova da parte di alcuni agenti di Polizia e puntava il dito contro Salvini e CasaPound ecco arrivare il soccorso giallo di Kilgore che in nome di “destra e sinistra sono tutti uguali” e “non siamo negli anni 70” se la prendeva con il giornalista.

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In un altro caso invece adottava la logica sovranista per commentare il rifiuto di Sea Watch dell’offerta italiana di far sbarcare solo donne e bambini. Per Kilgore (ma potrebbe averlo scritto uno qualsiasi dei patridioti che affollano le bacheche di Salvini) la ragione era che così l’Ong avrebbe perso “potere contrattuale” perché agli occhi dell’opinione pubblica donne e bambini valgono di più. Tipico ragionamento dei trafficanti di uomini giusto?

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Ma Salvini è sempre stato se stesso. Non è che è improvvisamente diventato così perché ha bevuto uno spriz o un mojito di troppo al Papeete. Ai 5 Stelle, a Conte e ai vari corifei di questo “governo del cambiamento” andava benissimo così. Faceva comodo credere che il “contratto” fosse qualcosa di diverso dall’inciucio del Renzusconi quando politicamente era la stessa identica cosa. E nessuno di loro in questi mesi si è azzardato di attaccare Conte anche fosse per urlargli “dì qualcosa di pentastellato”. La realtà li ha lasciati con il cerino in mano: chissà quando si accorgeranno che è stato anche grazie a loro che Salvini si è mangiato Conte e il MoVimento 5 Stelle.

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