Ma dov’era Giuseppe Conte mentre Salvini sputava su tutto?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-08-20

E l’attenzione istituzionale che manca. E la cultura delle regole che non c’è. E su Savoini doveva rispondere. E sulla Russia doveva chiarire. E soprattutto, niente simboli religiosi nei comizi politici. Giuseppe Conte sta suscitando una graziosissima Ola sui social network per il fatto che sta dicendo a Matteo Salvini tutto quello che non ha …

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E l’attenzione istituzionale che manca. E la cultura delle regole che non c’è. E su Savoini doveva rispondere. E sulla Russia doveva chiarire. E soprattutto, niente simboli religiosi nei comizi politici. Giuseppe Conte sta suscitando una graziosissima Ola sui social network per il fatto che sta dicendo a Matteo Salvini tutto quello che non ha avuto il coraggio di dirgli fino ad oggi. L’ha criticato sui pieni poteri, sul richiamo alle piazze, ha persino sgridato il MoVimento 5 Stelle per essere uscito dall’Aula all’epoca delle sue comunicazioni sul viaggio a Mosca.

conte senato 20 agosto comunicazioni fiducia lega - 5

Eppure Giuseppe Conte in tutti questi mesi non ha mai aperto bocca su Matteo Salvini, se non quando gli ha detto di farlo il M5S. Ha accettato da Salvini tutte le umiliazioni che oggi gli sta rinfacciando, e gliele sta rinfacciando perché il Capitano lo ha sfiduciato, altrimenti sarebbe rimasto ancora chissà quanto tempo a Palazzo Chigi.

Dov’era Conte quando Salvini sventolava i rosari (e perché lui allora sventolava Padre Pio a Porta a Porta)? Dov’era Conte quando Salvini sfotteva chi gli chiedeva di riferire nelle sedi istituzionali su Savoini? Dov’era Conte quando Salvini prendeva in giro gli italiani o metteva alla gogna su Facebook quelli che non la pensavano come lui? Stava lì, acquattato al caldo della presidenza del Consiglio, dove pensava persino di rimanere anche dopo la rottura tra M5S e Lega. Gli è andata male, e allora ha deciso di far morire Sansone con tutti i filistei. Ma soltanto perché non ha altra scelta. Dovrebbero pensarci molto, i parlamentari, prima di dare l’ok a un Conte bis. Perché chi fa così, è pronto a farlo sempre.

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