Così Salvini e Di Maio hanno “dimenticato” Stefano Origone

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-25

Il vicequestore si è scusato. Salvini, da cui dipende la polizia, non si è proprio fatto sentire. Neppure il premier Conte, nemmeno Di Maio

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Stefano Origone, il giornalista di Repubblica colpito a manganellate giovedì da un gruppo di poliziotti durante i tafferugli di Genova, è stato operato alla mano ieri pomeriggio all’ospedale Galliera: il chirurgo ha ridotto le fratture, le ossa erano «sbriciolate». Respira a fatica per via della costola a pezzi. E al suo giornale racconta che ha ricevuto tante chiamate di solidarietà, tranne quella del responsabile dell’ordine pubblico in Italia: Matteo Salvini.

Racconta delle forze dell’ordine, che in piazza Marsala dovevano proteggere tutti i genovesi e garantirne la sicurezza durante le proteste per il comizio di CasaPound. Parla degli agenti del reparto mobile, che abbandonata all’improvviso la “gabbia” sono partiti con una furibonda carica per motivi che devono ancora essere chiariti. Hanno cominciato a picchiare chiunque gli capitasse davanti.

Il cronista di Repubblica terrorizzato gridava: «Sono un giornalista». Ma quelli, niente. Gli ha salvato la vita un funzionario di polizia, che dopo averlo riconosciuto gli ha fatto scudo col proprio corpo. Però intanto, quante botte. Ieri lo ha contattato il Quirinale: Mattarella ha chiesto notizie del suo stato di salute.

stefano origone giornalista polizia genova

Anche Fico, presidente della Camera, lo ha cercato telefonicamente per sincerarsi delle sue condizioni. Il ministro dell’Interno Salvini, no. Origone ha ricevuto in ospedale la visita e le scuse ufficiali del questore di Genova, Vincenzo Ciarambino, e del capo della squadra mobile Marco Calì. Una telefonata del prefetto del capoluogo ligure, Fiamma Spena: «Mi dispiace tanto».

Sul cellulare continuano ad arrivargli messaggi di solidarietà e richieste di perdono da parte di agenti e ufficiali. «Volevo rinnovarti le mie scuse ed auguranti una pronta guarigione», scrive via WhattsApp Giampiero Bove, il vicequestore che con ogni probabilità l’altro giorno gli ha salvato la vita. Invece Salvini, da cui dipende la polizia, non si è proprio fatto sentire. Neppure il premier Conte, nemmeno Di Maio.

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