Coronavirus: Laura Castelli e le imposte sospese che sono da cancellare

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-17

La viceministra all’Economia Laura Castelli in un’intervista al Corriere della Sera auspica che le tasse, le imposte e i tributi attualmente sospesi dal Decreto Cura Italia a causa dell’emergenza Coronavirus vengano cancellati

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La viceministra all’Economia Laura Castelli in un’intervista al Corriere della Sera auspica che le tasse, le imposte e i tributi attualmente sospesi dal Decreto Cura Italia a causa dell’emergenza Coronavirus vengano cancellati:

«È una cosa sulla quale ragionare. L’Unione europea ha inserito anche il capitolo fiscale tra le possibili misure di sostegno».

Dopo i terremoti, però, ha sempre chiesto che venisse restituito tutto, e ci siamo limitati alla sospensione senza cancellare nulla.
«Ma questo perché quei terremoti hanno colpito solo l’Italia. Stavolta è tutta l’Europa a essere coinvolta. Potrebbe andare diversamente».

Un intervento del genere sarebbe costosissimo. Salirà ancora il deficit esalterà del tutto il patto di Stabilità con il vincolo del 3%?
«Guardi, questo primo passo l’abbiamo fatto in deficit perché finora Bruxelles si è limitata alle dichiarazioni di intenti. Mi auguro che il resto delle risorse arrivino proprio dall’Europa. Le clausole per intervenire in caso di crisi ci sono, non bisogna inventarsi nulla di strano».

decreto cura italia coronavirus
Il decreto cura Italia (Il Messaggero, 16 marzo 2020)

Ma con tutti i soldi che servono non avrebbe senso fermare Quota 100? Costa 20 miliardi in tre anni contro i 25 solo di questo decreto.
«Quando accadono cose straordinarie guardi tutto con occhi diversi. Nel settore sanitario e delle forze dell’ordine ci è stato chiesto di lasciare libertà di rimanere in servizio e lo abbiamo fatto. Poi questo evento dovrà ritarare tutta una serie di cose mentre ci sta facendo fare passi da gigante nella digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Di certo non faremo come nel 2001, quando è stata tagliata la Sanità, o nel 2008, quando tutto venne scaricato sulla flessibilizzazione del lavoro».

Chi ha il reddito di cittadinanza non può fare acquisti online. Cambierete questa norma per evitare gli assembramenti nei supermercati?
«Se ci sono aspetti tecnici da valutare lo faremo. Io però vorrei rivolgere un appello a tutti. Se potete, comprate prodotti italiani. Così aiutatele nostre aziende, la nostra economia. E poi, mi permetta un po’ di patriottismo, la qualità dei nostri prodotti è decisamente migliore».

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