Coronavirus: il Decreto Cura Italia e la pioggia di soldi per famiglie e imprese

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-03-16

Centoventi articoli e 20-25 miliardi di spesa per il DPCM: soldi agli autonomi (600 euro) e ai lavoratori dipendenti ancora in sede. Per i titolari di attività commerciale un credito d’imposta del 60% per l’affitto di marzo. Verrà definito entro 30 giorni «reddito di ultima istanza» per chi ha dovuto cessare o ridurre la propria attività, a condizione che nel 2019 non abbia guadagnato più di 10mila euro

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Il consiglio dei ministri è convocato per stamattina alle 9 per l’approvazione del Decreto Cura-Italia per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Centoventi articoli e 20-25 miliardi di spesa per il DPCM che l’agenzia di stampa ANSA ribattezza con questo nome, e che “è solo una prima tappa”, spiega il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, perché dopo “servirà una fortissima spinta”, anche da parte dell’Europa, per la ripartenza del Paese. Il ministro aveva ipotizzato un primo decreto da 12 miliardi ma sceglie di portare in Cdm un maxi-dl da 25 miliardi, l’intera cifra autorizzata dal Parlamento. Se l’emergenza si protrarrà – spiega – le misure assunte per il mese di marzo potranno essere rinnovate per aprile. Il governo mobilita finanziamenti per 350 miliardi, una cifra “equivalente” in percentuale del pil ai 550 miliardi della Germania. Ma il ministro fa appello alla responsabilità di tutti: le scadenze fiscali sono tutte rinviate ma “chi ha la possibilità paghi”, per destinare risorse al sistema sanitario.

Coronavirus: il Decreto Cura-Italia e gli aiuti a famiglie e imprese

Nel decreto ci sono 10 miliardi per gli ammortizzatori sociali per sostenere i lavoratori dipendenti che resteranno a casa per almeno nove settimane. Autonomi e professionisti invece riceveranno 600 euro una tantum. Tre miliardi andranno a sanità e protezione civile mentre vengono sospesi gli obblighi fiscali e contributivi. Ci sono fondi per gli straordinari di medici e infermieri, la possibilità per i prefetti di requisire ospedali e altre strutture per le persone in quarantena, il potere per la Protezione civile e per il nuovo commissario straordinario per l’emergenza sanitaria di requisire strutture e mezzi per potenziare i reparti degli ospedali. Il commissario, Domenico Arcuri, potrà fronteggiare la grande carenza di mascherine e di altri macchinari di terapia intensiva anche avviando intere nuove linee produttive. E poi ci sono i sostegni alle imprese, a quelle che si sono fermate e quelle che continuano a lavorare. Per gli autonomi, inclusi i lavoratori di turismo e spettacolo, arriva una una tantum da 500 euro. Tutte le aziende potranno usufruire di nove settimane di cassa integrazione in deroga. Come annunciato, vengono sospesi i mutui, fino a 18 mesi, per tutti coloro che siano in difficoltà economica, inclusi gli autonomi. Nasce un fondo “di ultima istanza” da 200 milioni per aiutare chi nel 2019 aveva guadagnato meno di 10mila euro e ora a causa del virus si è dovuto fermare. Chi ha continuato ad andare al lavoro a marzo avrà un bonus di 100 euro. Per le famiglie con i figli a casa arrivano congedi speciali retribuiti al 50% fino a 15 giorni o in alternativa un bonus baby sitter da 600 euro che salgono a 1000 euro per medici e tecnici sanitari.

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Il decreto cura Italia (Il Messaggero, 16 marzo 2020)

Sono rinviate di almeno un mese e mezzo le scadenze del Fisco, a partire dal versamento Iva di lunedì 16 marzo. Lo slittamento arriva a fine aprile per chi ha un fatturato sotto i 2 milioni di euro, a fine maggio per chi è sopra questa soglia. Poi le somme andranno versate, volendo in cinque rate. Ferma anche l’attività di riscossione, che il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, aveva già congelato nei giorni scorsi. Tra cartelle e atti di pagamento i documenti bloccati sono oltre 3 milioni. Per professionisti, collaboratori, autonomi, lavoratori stagionali e dello spettacolo ci sarà un’indennità di 600 euro una tantum. Per i titolari di attività commerciale un credito d’imposta del 60% per l’affitto di marzo. Verrà definito entro 30 giorni «reddito di ultima istanza» per chi ha dovuto cessare o ridurre la propria attività, a condizione che nel 2019 non abbia guadagnato più di 10mila euro.

Il premio di 100 euro a marzo 2020 per i lavoratori in sede

SI conferma il bonus di cento euro a marzo 2020 per i lavoratori in sede. I genitori che hanno un figlio minore di 12 anni, a casa per la chiusura delle scuole, possono avere fino a 15 giorni di congedo straordinario, pagati al 50%. Il congedo può essere chiesto alternativamente da uno dei due genitori e solo se entrambi lavorano e non sono in smart working. In alternativa c’è il voucher da 600 euro per pagare la baby sitter, che salgono a mille per medici e infermieri. Se i figli hanno tra i 12 e 16 anni è possibile astenersi dal lavoro, a stipendio zero ma con divieto di licenziamento. Ci sono le norme sul rimborso degli spettacoli: chi ha comprato biglietti «per spettacoli, musei e altri luoghi della cultura» che sono stati chiusi con ordine del governo compresi quelli cinematografici e teatrali» può presentare «entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto (dunque oggi o domani ndr) apposita istanza di rimborso al venditore, allegando il relativo titolo di acquisto. Il venditore, entro trenta giorni dalla presentazione della istanza di cui al primo periodo, provvede all’emissione di un voucher di pari importo al titolo di acquisto, da utilizzare entro un anno dall’emissione».

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Cambiano anche le regole per pacchi e raccomandate. Fino al 31 maggio 2020 «per assicurare l’adozione delle misure di prevenzione della diffusione del virus a tutela dei lavoratori del servizio postale e dei destinatari degli invii postali» si è deciso che «gli operatori postali procedono alla consegna di raccomandate e pacchi mediante preventivo accertamento della presenza del destinatario o di persona abilitata al ritiro, senza raccoglierne la firma con successiva immissione dell’invio nella cassetta della corrispondenza dell’abitazione,dell’ufficio o dell’azienda o nel luogo, presso il medesimo indirizzo, indicato contestualmente dal destinatario o dalla persona abilitata al ritiro. La firma è apposta dall’operatore postale sui documenti di consegna in cui è attestata anche la suddetta modalità di recapito».

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