Opinioni
Il senso della vita in un trasloco
Vincenzo Vespri 29/07/2019
Mi è stato chiesto di traslocare dal mio studio in Università. Lo studio dove stavo era , in effetti, piccolo e nel sottosuolo. Pieno di zanzare e formiche. Ogni tanto faceva capolino qualche zecca e perfino un topolino una volta mi ha fatto visita. Ma era il mio studio da venti anni e mi ero […]
Mi è stato chiesto di traslocare dal mio studio in Università. Lo studio dove stavo era , in effetti, piccolo e nel sottosuolo. Pieno di zanzare e formiche. Ogni tanto faceva capolino qualche zecca e perfino un topolino una volta mi ha fatto visita. Ma era il mio studio da venti anni e mi ero affezionato. Inoltre avevo messo nel mio studio tutte le “carte” che avevo raccolto durante la mia vita. Il mondo è diventato digitale solo adesso, prima i ricordi rimanevano legati alla carta non ai bit come adesso. Traslocare significa dover gettare un po’ di carte. Quindi uno si trova a rileggere quelle carte vedendo passare davanti tutta la vita. Ma più che vedere la vita che uno ha vissuto, uno ragiona sulle “sliding doors”, sulle scelte non fatte.
Tanti episodi che uno ha cancellato dalla memoria e che ti ritornano tutti assieme in mente. Ad esempio mi sono riletto la tesina fatta nell’ultimo anno del Liceo per la Maturità. Avevo studiato il rapporto fra lo Stato Italiano e la Chiesa. Mi ricordo che il Presidente di Commissione mi chiese in quale cellula terroristica dell’estrema sinistra avessi maturato gli argomenti che erano alla base di quella tesina. Il Prof. di Storia della Commissione disse inoltre uno sfondone storico per sostenere le tesi del Presidente. Decisi di non replicare e abbozzare (anche se ero convinto di avere ragione) . E’ una politica che seguo ancora adesso: mai replicare ai cretini. Si perde solo tempo. By the way, mi sono riletto la tesina: non era per nulla estremista! Puntualizzava solo un po’ i fatti.
Aprendo un libro di esercizi che avevo usato quando ero Ricercatore a Roma, ho trovato un biglietto colorato. Una ragazza (studentessa, I suppose) chiedeva di essere la mia vampira e di darmi succhiotti sul collo. Non mi ero proprio accorto che una studentessa romana fosse stata interessata a me.. Sarò stato almeno dieci minuti a immaginare quale delle mie studentesse era quella che mi voleva concupire…ma niente da fare, non l’ho individuata. Dico sempre che sono al di sotto della tentazione: ossia che non sono mai stato tentato da studentesse concupiscenti… Probabilmente non è stato sempre così… peccato che allora ero così tordo da non capirlo.
Rovistando le carte, ho trovato la documentazione del mio soggiorno di studio in Australia. Mi avevano offerto una posizione ad Adelaide. L’ho rifiutata (figlio unico di genitori anziani). Chissà come sarebbe stata la mia vita se avessi accettato quella posizione… Ho trovato anche la foto di Petra, la mia teaching assistant quando insegnavo a Chicago. Si faceva lunghe corse assieme ogni mattina circa(20 km) incuranti del freddo pungente tipico di Chicago. Forse se insistevo potevo trasferirmi in USA.. ma anche questa sliding door non l’ho presa. Poi ho visionato carte che ricordavano il mio trasferimento a Firenze dall’Aquila, il mio pendolarismo con Bergamo, il mio interesse per argomenti industriali. Momenti di esaltazione e di super-lavoro combinati a momenti di scoramento e di riflessione sull’inutilità intrinseca del mio lavoro ( a cosa serve provare nuovi Teoremi?). Le carte del mio studio mi hanno mostrato che , tutto sommato, i momenti di scoramento sono stati molto rari. Io sono di fondo un tipo ottimista… Durante questo trasloco, mi son reso conto che io sono l’effetto di tanti momenti in cui ho scelto (più o meno inconsapevolmente e casualmente) come doveva essere la mia vita. Erasmo da Rotterdam diceva che la gioventù è caratterizzata dalle scelte che abbiamo davanti,mentre, al contrario, la vecchiaia dalla mancanza di scelte/opportunità per dare una svolta alla vita che uno sta vivendo. Nel fare questo trasloco ho capito che sono stato molto fortunato: ho avuto una vita piena di scelte, quindi una vita da “giovane”.
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