Opinioni
Il gay schedato all’ospedale di Alessandria
Mario Neri 13/07/2019
La Stampa racconta oggi in un articolo a firma di Valentina Frezzato cosa è capitato all’ospedale di Alessandria, dove un uomo è stato schedato come omosessuale nel referto di dimissioni: «Fuma circa 15 sigarette al dì, beve saltuariamente alcolici. Nega allergie. Omosessuale, compagno stabile». Succede ad Alessandria, nel 2019. La città che a giugno ha organizzato […]
La Stampa racconta oggi in un articolo a firma di Valentina Frezzato cosa è capitato all’ospedale di Alessandria, dove un uomo è stato schedato come omosessuale nel referto di dimissioni: «Fuma circa 15 sigarette al dì, beve saltuariamente alcolici. Nega allergie. Omosessuale, compagno stabile».
Succede ad Alessandria, nel 2019. La città che a giugno ha organizzato il primo “Pride” della sua storia. Partecipatissimo, probabilmente non abbastanza. Qualche giorno fa l’arrivo al pronto soccorso per un grave mal di testa, una flebo che non risolve, il ricovero nel reparto di Malattie infettive, l’incontro con un medico che, da subito, mette distanza, imprime un marchio: «Ah, lei è gay».
Da lì una serie di comportamenti che l’uomo non comprende fino in fondo, fino all’ultimo giorno, fino a quando ha tenuto in mano quei tre fogli. E’ entrato in ospedale per un forte mal di testa, è stato dimesso con una lettera che urla la sua omosessualità, dopo essere stato sottoposto al test dell’Hiv (negativo) ed essere stato ricoverato nel reparto Malattie Infettive.
«Da subito, il medico che mi ha visitato si è posto in una maniera strana. Il mio compagno era in camera con me e ha chiesto a lui direttamente chi fosse. Ha risposto. Gli ha detto non proprio gentilmente di uscire dalla stanza. La prima cosa che poi ha domandato a me è stata: “Conferma che è il suo fidanzato?”. Penso che a marito e moglie nessuno chiederebbe mai questo tipo di conferma». Piccole discriminazioni, continue, fino al consiglio di vaccinarsi contro l’epatite.
«Ciò che mi ha più infastidito è stata la lettera di dimissione: alla terza riga è specificato che io so no omosessuale con compagno fisso. Cosa c’entra? Perché lo specifichi? È un dettaglio che posso decidere di tenere riservato, ma che adesso dovrò quantomeno condividere con il mio medico di base. E se lui non lo sapesse? E se io non volessi farlo sapere? Mi chiedo: ci sarà mai una anamnesi con scritto “eterossessuale con compagno stabile”?».
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