Il Bambinello nero di Palermo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-26

Quest’anno il Bambinello nella cattedrale di Palermo è una scultura proveniente dalla Tanzania. Un dono utilizzato in questo Natale 2019 per aiutare ad accettare la sfida dell’accoglienza e della protezione dei migranti che arrivano sulle coste siciliane: “Questo Bambinello vuole provocare una riflessione contro tutte le forme di razzismo – ha spiegato il parroco della …

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Quest’anno il Bambinello nella cattedrale di Palermo è una scultura proveniente dalla Tanzania. Un dono utilizzato in questo Natale 2019 per aiutare ad accettare la sfida dell’accoglienza e della protezione dei migranti che arrivano sulle coste siciliane: “Questo Bambinello vuole provocare una riflessione contro tutte le forme di razzismo – ha spiegato il parroco della cattedrale, monsignor Filippo Sarullo – e aiutare a comprendere che la diversità arricchisce reciprocamente e che non può esserci futuro senza l’integrazione delle diversità”. Il Bambinello è stato portato in processione al canto del Gloria, durante la Messa della Notte presieduta dall’arcivescovo Corrado Lorefice, da una coppia della cattedrale.

La moglie è cubana, il marito un italiano. I due figli sono ministranti della Cattedrale. In cattedrale e’ allestito il bel presepe tradizionale in un altare e in un altro e’ collocata la raccolta di presepi di provenienza da tutto il mondo. Tra questi il presepe che l’artigiano lampedusano Franco Tuccio ha realizzato con il legno dei barconi dei migranti approdati sull’isola, i cui personaggi sono rivestiti con i teli termici. Monsignor Lorefice ha ricordato anche le parole del Papa “Siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. Abbiamo estremo bisogno, stasera, che tu riveli in noi la tua semplicità avvicinando noi, anzi la chiesa e il mondo tutto, a te. Il mondo è stanco e sfinito perché fa a gara a chi è il più grande. C’è una concorrenza spietata – ha concluso il presule – tra governi, tra chiese, tra popoli, all’interno delle famiglie, tra una parrocchia e un’altra: chi è il più grande tra di noi? Il mondo è piagato da ferite dolorose perché il suo grande morbo è: chi è il più grande?”.

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