Il balletto di Renzi e dei renziani sulla prescrizione (ricomincia, ma…)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-02-10

Dopo la ritirata strategica annunciata da Renzi, i renziani tornano a minacciare il voto contrario. Ma alla fine, si scrive sui retroscena, la fiducia passerà

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Il balletto tra Italia Viva e il resto della maggioranza sulla prescrizione ricomincia. Ieri Matteo Renzi aveva certificato su Facebook la ritirata strategica anticipata in mattinata da Repubblica rinunciando a votare contro, come aveva detto lui stesso in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ma annunciando una legge a sua firma per cambiare la norma Bonafede.

Il balletto di Renzi sulla prescrizione

Una ritirata strategica in attesa di un rilancio, insomma. O per lo meno questo era quanto avevano capito tutti. Ma nella serata di ieri le cose sono improvvisamente cambiate di nuovo. Il deputato di IV Ettore Rosato è tornato a dire che che IV voterà contro l’accordo tra Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Liberi e Uguali, accusando  il vicecapogruppo Pd alla Camera dei Deputati Michele Bordo di essere partito con “mediocri provocazioni” per la dichiarazione di quest’ultimo alle agenzie di stampa: «Prendiamo atto con soddisfazione che Matteo Renzi e Italia Viva hanno finalmente compreso che la loro contrarietà alle modifiche sostanziali concordate nella maggioranza sulla prescrizione avrebbe lasciato in vigore, purtroppo, la riforma Bonafede che loro stessi contestano. Meglio tardi che mai».

balletto renzi renziani prescrizione

Anche Luciano Nobili ha detto che da Italia Viva non ci sarà “nessuna marcia indietro” sulla garanzia per gli italiani di non essere condannati a processi senza fine. L’annuncio, si noti, è diverso da quello di Rosato visto che qui non si paventa un voto contrario alla legge.

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Ma allora cosa succederà? Una possibile spiegazione è fornita oggi da Liana Milella su Repubblica: la battaglia si sposterà sull’ammissibilità dell’emendamento che il governo sta preparando e che dovrebbe finire nel Milleproroghe, ovvero quello che distingue tra assolti e condannati in primo grado. Per i primi la prescrizione cammina; per i condannati si blocca. Definitivamente se condannati anche in appello; se assolti scatta un bonus. E qui si sostanzierà la battaglia strategica dei renziani:

Una strategia in due tempi, votare no in commissione, dove l’emendamento passerà solo con i voti di Pd, M5S e Leu, ma votare sì alla fiducia in aula. Poi Renzi rilancerà politicamente la polemica con una sua legge sulla prescrizione. È da vedere cosa succederà il 24, sempre in aula a Montecitorio, con la legge Costa che cancella la Bonafede. Che, in quel momento, sarà solo sospesa dall’emendamento che però dev’essere confermato dal Senato.

renzi prescrizione
Da La Repubblica, 10 febbraio 2020

E quindi il doppio voto salverà il governo, mentre Renzi presenterà una legge per fermare la norma di Bonafede cercando i voti in Senato.

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