«I soldi degli italiani in mano a Goldman Sachs»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-06-22

La Cassa Depositi e Prestiti “in mano a Goldman Sachs”, a questo porterà la nomina di Claudio Costamagna a presidente della Cdp in quello che i parlamentari M5S definiscono dal blog di Beppe Grillo “l’atto di imperio di un ‘rottamatore’ dal lato oscuro”. Secondo deputati e senatori pentastellati il premier “ha imposto le dimissioni dell’ex …

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La Cassa Depositi e Prestiti “in mano a Goldman Sachs”, a questo porterà la nomina di Claudio Costamagna a presidente della Cdp in quello che i parlamentari M5S definiscono dal blog di Beppe Grillo “l’atto di imperio di un ‘rottamatore’ dal lato oscuro”. Secondo deputati e senatori pentastellati il premier “ha imposto le dimissioni dell’ex presidente Franco Bassanini per sostituirlo con Costamagna. Renzi ha deciso di entrare nel valzer delle nomine pubbliche minacciando di commissariare il Consiglio d’Amministrazione di CDP e ottenendo, dopo lunghe trattative, la nomina del suo candidato”. “Costamagna ha un lungo passato in Goldman Sachs – continuano i parlamentari del M5S – una delle banche d’investimento e di consulenza finanziaria più grandi del mondo, che ha visto fra i suoi consulenti Mario Draghi, Romano Prodi e Mario Monti. Si aggiunga che Costamagna siede tuttora in diversi consigli di amministrazione di società quali Luxottica ed è Presidente di Salini-Impregilo”. “Ma perché nominare presidente di una società a controllo pubblico un uomo cresciuto negli ambienti della finanza e della grande industria privata? La risposta – aggiungo i grillini – può trovarsi nel curriculum di Costamagna, che nel giugno 1992 ha partecipato alle famose riunioni segrete sul panfilo Britannia al largo di Civitavecchia, nelle quali banchieri anglo-americani e uomini pubblici e privati italiani decisero la linea di privatizzazioni delle aziende strategiche nazionali”.

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Le partecipazioni di Cassa Depositi e Prestiti (Corriere della Sera, 6 giugno 2015)

“Il boccone prelibato – sottolineano i parlamentari 5 stelle – consiste nelle residue aziende strategiche a controllo pubblico, come Eni e le sue controllate, Enel e Finmeccanica, per ricordare solo le principali”. “Al culmine della lunghissima crisi provocata dal casinò finanziario, il nostro premier rincara la dose e affida 250 miliardi di risparmi postali dei cittadini italiani all’ennesimo uomo del destino che svenderà i nostri gioielli nazionali per un piatto di lenticchie. Ahi serva Italia, di traditori ostello…”, concludono deputati e senatori grillini.

Leggi sull’argomento: Le mani di Renzi sulla Cassa Depositi e Prestiti

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