Attualità
I fan di Virginia Raggi con la sindrome di Cenerentola
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2017-12-13
Tutti innamorati di Virginia Raggi che ieri alla prima del Teatro dell’Opera di Roma ha stupito giornalisti e spettatori con un abito che ha fatto perdere la testa ai fan del MoVimento 5 Stelle che hanno improvvisamente dimenticato l’albero Spelacchio, la metro che non va (o è una zucca trainata dai topi?) e i bandi fantasma
Ieri sera la sindaca di Roma Virginia Raggi ha fatto il suo ingresso trionfale alla prima dell’Opera di Roma dove è andata in scena La damnation de Faust di Hector Berlioz. La sindaca ha attirato l’attenzione su di sé, apparendo in un abito impeccabilmente elegante e romantico, quasi da eroina della lirica ottocentesca disegnato da Guillermo Mariotto, direttore creativo della maison Gattinoni. A completare la mise una cappa in velluto nero foderata in satin avorio, appartenuta ad Anna Magnani e proveniente dagli archivi Gattinoni.
Virginia Raggi principessa della ggente di Roma
Con un abito del genere Raggi ha centrato l’obiettivo attirando l’attenzione di fotografi e ammiratori. C’è chi l’ha paragonata ad Anna Valle, chi alla Magnani oppure a Maria Callas. In realtà anche lo scorso anno era riuscita a far parlare di sé, ma in un altro modo. Alla prima del 2016 infatti la sindaca si era presentata in tailleur con la fascia tricolore sul tappeto rosso e se ne era andata prima dell’inizio della rappresentazione “per motivi di lavoro”. Quest’anno la Raggi ha deciso di cambiare registro (e musica) onorando la prima della stagione del Teatro dell’Opera di Roma con la sua presenza e un abito sfarzoso. Siamo molto distanti dal francescanesimo del MoVimento predicato dal monaco Beppe Grillo. Ma non c’è nulla di male: gli obblighi istituzionali e la necessità politica impongono un abbigliamento consono.
Questo ragionamento vale per la Raggi così come per le varie Boschi, Agnese Landini o Bebe Vio. A parti invertite però i fan della sindaca e del M5S hanno spesso stigmatizzato e duramente criticato l’abbigliamento delle donne dei partiti politici avversari. Da ieri invece i sostenitori della sindaca di Roma sono andati in estasi. Non è una novità perché la naturale eleganza (ovvero non artefatta) e la bellezza della Raggi hanno da sempre molti estimatori.
Secondo molti pentastellati Virginia Raggi è, certamente non da ieri, la sesta stella del MoVimento 5 Stelle. La più brillante. E perché no, anche una “meravigliosa femmina” o “una gran sorca” come scrive qualcuno sul profilo Instagram.
C’è chi azzarda addirittura sondaggi sull’indice di gradimento della sindaca basandosi sui like alla foto su Facebook. Se la situazione a Roma non fosse drammatica ci sarebbe quasi da ridere. Ma il vento sta cambiando, signori.
Bella perché onesta, onesta perché bella
Nella narrazione pentastellata l’onestà non è solo una qualità morale ma anche estetica. Va da sé quindi che la sindaca dell’onestà, che ha “tolto la mangiatoia” a tutti quelli che facevano affari rubando soldi ai romani non sia solo bella dentro e pulita fuori ma anche bellissima proprio in virtù della sua onestà. Tutta Italia invidia a Roma la sua sindaca, non solo per la sua competenza e la sua trasparenza. E allora forza con “questo trend sexychic” vogliamo vedere la sindaca in abito lungo anche quando inaugura asili nido che poi lasciano gli alunni al gelo.
Insomma la scelta della Raggi di fare come fa la tanto odiata Ka$ta e di prendere parte a eventi d’alta classe e a party esclusivi sembra riscuotere il consenso dell’elettorato o almeno dei suoi sostenitori.
A dimostrazione che la bellezza della Raggi è la prova lampante delle sue capacità politiche c’è chi si avventura a immaginare che cosa sarebbe successo se ci fossero stati Brunetta o Giachetti. Servono altre dimostrazioni che se una politica è bella allora è anche brava? Del resto è proprio quello che ci ha cercato di spiegare Silvio Berlusconi per vent’anni. Ne consegue che se Giachetti o Brunetta fossero belli allora di sicuro sarebbero anche onesti.
Pensate cosa avrebbero rischiato i romani se avessero eletto Giachetti o la Meloni, scrive qualcuno. Il giudizio estetico diventa anche un giudizio politico. I bravi ragazzi dalla faccia pulita (Di Maio, Di Battista) rappresentano il volto nuovo della politica e del cambiamento.
La Raggi – Virginia turrita come la definisce qualcuno – diventa invece la Marianna (non Madia ça va sans dire) della nuova repubblica romana dell’onestà.
Foto copertina via Instagram.com