Economia
I depositi in banca raddoppiati: così gli italiani rispondono al terrore
neXtQuotidiano 26/11/2018
Con il declino dei bond in portafoglio il valore dei conti correnti è a quota 1.200 miliardi. Eppure i costi sono rincarati e il Fisco accende sempre più il faro sui movimenti
I depositi in banca sono raddoppiati negli ultimi dieci anni, arrivando a una media italiana di circa 21mila euro pro capite. A dirlo sono i dati dell’Abi-Banca d’Italia, rielaborati dal Sole 24 Ore in rapporto con la popolazione su base provinciale dal 2008 al 2018. I numeri dicono che a Milano oggi questa cifra sfiora la vetta dei 58mila euro per abitante, mentre dieci anni fa si fermava a 29.100 euro. Queste somme includono tutte le forme di deposito (consistenze calcolate al 31 dicembre dell’anno precedente): con durata prestabilita, a vista, overnight, rimborsabili con preavviso, buoni fruttiferi, certificati di deposito e infine i tanto amati conti correnti. A dir la verità sono soprattutto questi ultimi a raccogliere il flusso di denaro in fuga da altre forme di investimento. Oggi si contano quasi 1.200 miliardi di euro parcheggiati in banca, uno stock che – sempre negli ultimi dieci anni – è cresciuto quasi del 75 per cento.
Una situazione che dovrebbe far capire quanto sia difficile far aderire gli italiani ai piani per l’Oro alla Patria di cui hanno favoleggiato Lega e M5S negli ultimi mesi. Il flop del BTp Italia – che la scorsa settimana ha raccolto fra le famiglie appena 863 milioni di euro, il minimo di sempre per questo strumento creato dal Tesoro appositamente per il retail – è infatti soltanto l’ultimo episodio di un fenomeno che procede ormai da anni. Senza infatti scomodare l’era dei «BoT people» di 30 anni fa (quando i piccoli risparmiatori detenevano oltre il 60% del debito pubblico italiano), la quota di titoli pubblici italiani custodita dai privati si è ridotta dal 19,1% del 2008 al 4,8% registrato a fine luglio.